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Vannacci corregge il tiro sugli omosessuali dopo il polverone scatenato dal suo libro “Il mondo al contrario”

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Roberto Vannacci, generale delle forze armate che ha ricoperto importanti incarichi, tra cui quello di comandante della “Folgore” e autore del best seller “Il mondo al contrario”, cerca di correggere il tiro. Ricordiamo che il libro “Il mondo al contrario” primo in classifica da numerose settimane, auto-pubblicato il 10 agosto scorso, è divenuto caso su scala nazionale, ha scatenato polemiche e polveroni per i temi trattati: la tesi centrale è una difesa della “normalità”. Il testo è un campionario di luoghi comuni che bersagliano in particolare persone LGBTQ+, attivisti climatici (“gretini”) e femministe, con uno stile improprio che fa pensare a un testo scritto molto rapidamente, senza revisioni, anche considerati gli episodi che cita e che riguardano la cronaca più recente, come l’elezione di Miss Olanda. Ricordiamo poi una cosa quanto meno “sospetta”: il libro ha un “comitato promotore” portatore di idee vicine a certa destra estrema (https://www.ilmondoalcontrario.net/) e come riporta la scheda di presentazionevuole provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità”. Il libro, anche a voler chiudere gli occhi, si scaglia oggettivamente contro minoranze e diversità, contro il dibattito sui diritti ed è finito al centro di polemiche pesanti per le sue posizioni considerate sessiste e omofobe, tanto che persino il Times, quotidiano conservatore britannico ha parlato del generale in questo modo: “Per il generale italiano Roberto Vannacci l’adozione gay è come il cannibalismo”.

Ora il generale cerca di spiegare la sua posizione e di correggere il tiro.

Vannacci dichiara in un’intervista: “Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità”.

“Non ho assolutamente nulla contro gli omosessuali. Ho solo detto che non rientrano nella maggioranza della popolazione. Costituiscono una minoranza, proprio come me, per le scelte che ho fatto. Io sono l’esempio vivente di una persona ‘non normale’. Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità: gli omosessuali spesso attraversano travagli interiori pesanti. Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente”.

L’omosessualità rappresenta concretamente uno dei temi più controversi affrontati nel suo libro: “Io sarei razzista perché ho scritto che i gay non sono normali?”, dice. “Io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo; l’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico”. E aggiunge: “Ma vi sembra normale una persona che sceglie di fare un lavoro come il mio?”.

E conclude: “Io ho scritto il mio libro per soddisfazione personale; ho messo insieme gli articoli che volevo pubblicare su ambiente, energia e nuove città. Il resto sono riflessioni personali: tanto che tra me e me lo chiamo ‘il libro delle banalità’, mai avrei immaginato questo polverone”.

Restano tanti dubbi sulle parole di questa persona che sembra arrampicarsi sugli specchi, e tanti dubbi sul successo di questo libro pubblicato proprio in momento in cui la Destra è al governo.  

Numa