Un silenzio che vale Oro! il piacere attraverso la storia Il piacere attraverso la storia

Un silenzio che vale ORO!

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Un silenzio che vale oro è pubblicato sul webzine piccolemagazine circuito piccoletrasgressioni

un silenzio che vale oro è un testo redatto dal direttore resposanbile

un silenzio che vale oro

Un silenzio che vale Oro! Quando in una relazione di coppia, conviene accettare quello che succede. Al fine di elevare il proprio stato patrimoniale!

un silenzio che vale oro lo trovate nella nostra rubrica il piacere attraverso la storia

un silenzio che vale oro – le amanti di napoleone bonaparte

Il marito della contessa Virginia di Castiglione, amante di Napoleone III, nel 1855 definì perfettamente il ruolo del marito cornificato dal re quando disse: “Sono un marito modello; non vedo e non sento mai nulla”.
In effetti, molti mariti furono lieti di mettere a disposizione la moglie per il bene della patria. La principessa di Soubise, attorno al 1670, ebbe una breve relazione con Luigi XIV e ci riuscì proprio grazie all’aiuto del marito, che fu deriso dai cortigiani, ma il duca di Saint-Simon scrisse: “Mai una famiglia nobiliare ammassò un patrimonio tanto colossale in così breve tempo”. Appare evidente quale fosse il motivo per cui tanti aristocratici spingevano le proprie mogli tra le braccia del re: il prezzo del peccato era ben retribuito ed elevato.

Re Giorgio IV amoreggiava con l’amante Lady Conyngham, alla presenza del compiacente marito della donna ed aveva l’abitudine di fiutare tabacco dal suo prosperoso seno.
Mentre avvenivano queste pubbliche manifestazioni, spesso Lord Conyngham sedeva sereno accanto alla felice coppietta, pregustando l’aumento dei possedimenti familiari.


Infatti, il re lo nominò lord ciambellano della real casa. Questa nomina che fu in seguito annullata dal primo ministro, che la ritenne moralmente inaccettabile.
Al contrario, la sorte del conte polacco Anastasio Walewski, che spinse la moglie Maria tra le braccia di Napoleone Bonaparte. Ma non fu altrettanto felice.
Il ricco conte aveva sposato Maria Laczynska quando lei aveva 16 anni e lui 68. Fu un ottimo affare per la famiglia della sposa, la cui ricchezza aveva subito un tracollo a causa della guerra.

La Polonia non era più uno stato sovrano ed era stata divisa tra Prussia, Austria e Russia.
Maria appassiva con il vecchio marito, a cui era grata perché aveva pagato tutti i debiti della sua famiglia, anche se il conte era noioso e geloso nei suoi confronti.
Ciononostante, l’ambizioso marito portava Maria a feste e balli, dove la sua bellezza, pelle bianchissima con capelli biondi ed occhi blu, attirava l’attenzione di schiere di ammiratori.

Maria Laczynska
Nel dicembre 1806, Napoleone e l’esercito francese entrarono in Varsavia e furono accolti con gioia dai polacchi. Erano convinti che Napoleone li avrebbe liberati dall’occupazione straniera.
Nel gennaio 1807, Napoleone diede un ballo in onore della nobiltà polacca ed il conte Anastasio Walewski venne invitato insieme alla sua giovane e bella moglie.
Maria era estremamente nervosa all’idea di incontrare il liberatore del suo paese, che era per lei un eroe idolatrato, e chiese al marito il permesso di rimanere a casa.

Il conte Walewski le ordinò di partecipare con l’abito più scollato ed i gioielli di famiglia.
Infatti, il conte, pur essendo terribilmente geloso, voleva esibirla all’imperatore.
Indossando un abito attillato e provocante, Maria venne presentata a Napoleone. Lui la guardò attentamente, ma passò oltre, anche se subito dopo chiese un fatale “Chi è ?“.
Napoleone era rimasto folgorato dalla bellezza di Maria; tutti se ne erano accorti tranne lei.

Napoleone Bonaparte - L'imperatore
In occasione di un altro ballo, Napoleone volle sempre ballare con lei; improvvisamente l’ingenua Maria si ritrovò al centro dell’attenzione, mentre i nobili non parlavano che di lei.
Maria si sentiva frastornata ed intimidita da tanto interesse, mentre, al contrario il vanitoso marito ne aveva tratto motivo per pavoneggiarsi.
Il giorno seguente, il maresciallo Duroc fece visita a Maria per consegnarle un mazzo di fiori ed una lettera dell’imperatore, nella quale esprimeva ammirazione ed il desiderio di incontrarla, sollecitando una risposta: stupita, Maria disse a Duroc che non ci sarebbe stata.

La sera stessa Napoleone inviò un altro mazzo di fiori con una ulteriore lettera, nella quale la supplicava di un incontro e di una risposta; ancora una volta, Maria non volle rispondere.
Poco dopo arrivò una terza missiva in cui Napoleone metteva il proprio cuore ai suoi piedi ed astutamente aggiungeva: “… tutti i vostri desideri saranno esauditi. Il vostro paese mi sarà tanto più caro se avrete pietà del mio povero cuore”.


L’ultima frase costituiva un abile stratagemma, dal momento che parlava alla patriottica Maria in un linguaggio cui prestava volentieri ascolto.
A Varsavia tutti sapevano dell’innamoramento di Napoleone verso Maria e per lei non ci fu più pace: molti uomini politici bussarono alla sua porta; le dame della aristocrazia presentarono congratulazioni e consigli non richiesti; il fratello maggiore, Benedict, che da dieci anni prestava servizio nell’esercito francese, riteneva che Maria avesse il dovere di andare a letto con l’imperatore, per il bene della patria.

Il conte Walewski, sentendosi onorato che Napoleone voleva fare l’amore con la moglie, la spinse a recarsi a palazzo e ad accontentarlo.
Insomma, sembrava che tutti volessero che Maria andasse a letto con l’imperatore, tranne lei.
Non smettevano di rimproverarla se Napoleone, respinto, avesse fatto torto alla Polonia.
Dunque, una tremante Maria, spinta in carrozza dall’insistente marito, si recò da Napoleone,
La prima notte l’imperatore si limitò a conversare; la seconda notte, come ella stessa scrisse, diventò “la riluttante vittima della sua passione”; una frase che farebbe pensare ad uno stupro.


Poi però venne la tenerezza ed a poco a poco l’imperatore risvegliò in lei una sessualità che non aveva mai sperimentato con il vecchio e malandato consorte.
Il conte aveva messo in moto una vicenda amorosa che non poté più fermare.
Maria si innamorò di Napoleone, poi la sua gratitudine nei confronti del marito era svanita nel momento in cui l’aveva spinta tra le braccia di un altro: si separarono e divorziarono.
Per tre anni, Maria seguì l’imperatore in tutta l’Europa, ma quando rimase incinta, Napoleone che era convinto di essere sterile, comprese di avere la possibilità di generare un erede.
Divorziò dall’ormai sterile moglie Giuseppina, abbandonò la disperata Maria e sposò la diciottenne principessa austriaca, Maria Luisa d’Asburgo-Lorena.
Il sacrificio di Maria per il bene del suo paese fallì esattamente come la sua storia d’amore.


Infatti, persino nel momento in cui Napoleone le prometteva di far rivivere la nazione polacca, aveva aperto trattative con la Russia perché il regno Polacco non fosse più ricostituito.
Doppiamente tradita da Napoleone, Maria non esitò a fargli visita mentre era in esilio all’isola d’Elba, portando con sé il loro figlioletto, che ormai aveva compiuto 5 anni, e tutti i suoi gioielli per alleviare le sue difficoltà economiche.

Arrivò pronta a restargli accanto, ma Napoleone, temendo che lo scandalo potesse impedire alla moglie, l’ex imperatrice Maria Luisa, di raggiungerlo con il principino, la invitò a ripartire.
Maria e l’Europa intera sapevano che, a Vienna, l’ex imperatrice aveva una relazione con un funzionario di corte e non avrebbe mai raggiunto Napoleone, esiliato in una piccola isola.
Tuttavia, non volendo dare una delusione all’amato, Maria non gli disse nulla e se ne andò.
Non si sarebbero mai più rivisti.

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Un silenzio che vale oro fa parte della rubrica “Il piacere attraverso la storia“, scopri tutte le altre curiosità qui.

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