Storie erotiche

Un 8 marzo davvero speciale

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Quando avevo visto quelle tre donne entrare nel nostro locale poco prima che si desse il via alle danze, avevo subito capito che sarebbe stato un 8 marzo molto diverso dal solito.
Io e i miei compagni di spettacolo (Gianmarco e Luigi) eravamo, come sempre, pronti a spogliarci per le donne che venivano a vederci.
Ci piaceva ed era la cosa che cercavamo. Inoltre non si guadagnava male: i nostri corpi muscolosi, i pettorali e gli addominali scolpiti mietevano molte vittime tra coloro che cercavano, da noi, il relax. Ci limitavamo sempre a farci vedere, come si voleva dire.
Era un po’ la nostra missione, quella: lasciarci andare alla danza sfrenata, ma non oltre. Spingerci più in la, nonostante fosse un locale a luci rosse privato, ci era proibito.


Tuttavia, già solo alla vista di quelle 3 donne, – vestite elegantemente, ma con ampio spazio alle nudità del loro corpo, – capii che quella serata non sarebbe stata solo un’altra serata di routine. Decisamente no. Entrate erano già leggermente ubriacate ed erano dannatamente belle: si erano sistemate su un divanetto vicino a un tavolo da drink.
Il decolté ben in vista, gli sguardi provocanti, – seppure un po’ persi, – promettevano decisamente bene. Eppure io sapevo di non poterlo fare, nonostante lo volevo. “Non devo,” – mi ripetevo sempre. – “Non posso”. Ci era proibito persino farci toccare troppo da quelle spettatrici, figurarsi se potevo lasciarmi andare a… Beh, lo avete capito.
In ogni caso, non è trascorso troppo tempo prima che la situazione degenerasse in modo totale e completo. Passò qualche minuto prima che quelle 3 donne conquistarono l’attenzione.
Erano ricche, volevano spassarsela ed erano pronte a sganciare molti soldi: passò qualche quarto d’ora prima che ci ritrovammo, noi 3, a ballare solo per loro. Iniziammo lo spettacolo come sempre, accelerando piano-piano. In poco tempo, però, capimmo che non saremmo riusciti a fare lentamente nulla… Io diventai, letteralmente, un loro sex toy, il giocattolo per una sera.
Un regalo per l’8 marzo per tutte e 3 che iniziarono a mettermi le mani addosso invitandomi a sedere tra di loro.
Lo feci e in 5 minuti mi ritrovai completamente nudo, solo con il tanga da uomo addosso. Al tempo avevo la mente annebbiata dall’alcol, ma mi ricordo precisamente che mi sentii la mano di qualcuno giù sul mio cazzo. Iniziava a masturbarmelo nel mentre le altre due si baciavano appassionatamente: la saliva scorreva ovunque. I loro corpi, le loro tette mi hanno fatto andare su di giri. Persi completamente la testa, iniziando, anch’io a mettere le mani ovunque.


Sì, – gridava lei, una delle 3. – Sì! – Adagio, sentivo su di me i pesanti sguardi di tutti gli altri visitatori del locale.
Mi giudicavano? Eppure non me ne importava niente. Quella festa tra le donne, – o meglio la festa delle donne, – doveva durare e anche io, che rischiavo grosso, volevo farla durare. Perché dove, altrimenti, avrei potuto partecipare a quel che in poco tempo era diventata un’orgia?
Nel mentre mi eccitavo come un adolescente, guardavo Luigi: sguardo sicuro e fisico scolpito, egli si era completamente sdraiato su una delle donne (Claudia, si chiamava, mi pare e mi sembrava anche di aver visto un anello sull’anulare della sua mano…). Hanno iniziato a scopare proprio sotto ai miei occhi, sul tavolo, dove poco prima c’erano le bevande (tutto a terra in pezzi ormai).
No! – Volli gridare poco prima di ritrovarmi una lingua in bocca. Iniziai a succhiarla, a palparle tutto e non me importava più nulla.
Le dita la penetrarono nella figa: mi piace sentire quel liquido sulle dita. In poco tempo vidi tutti i vestiti eleganti gettati per terra: gonna, tacchi a spillo e persino l‘intimo.
Della lingerie sexy su quella donna rimasero solo le mutande e anche quelle a metà. Le diedi due colpi con le dita ascoltando i suoi sospiri, che ormai si sentivano in tutto il locale, e quindi presi quelle mutande nel pugno e glie le strappai via. Non me fregava più un cazzo di quello che sarebbe successo, eccitato com’ero.
Nel mentre sentivo le urla delle altre due donne vicino a me, la sbattei sul tavolo e la penetrai. Una, due, tre volte.
Era una sensazione di piacere che non sentivo da tantissimo tempo. Una di quelle che mi fece salire la voglia ancora di più. Ormai non mi frenavo. Non riuscivo. Andavo sempre in avanti penetrando con il mio cazzo quel posto caldo e umido. L’erezione ormai era massima, quando vidi un’altra donna, nuda venire vicino alla testa di Claudia. Non me ne fregava un cazzo nemmeno di quello, anzi. Mi eccitai ancora di più a vedere come Claudia si metteva a leccarle la figa e quell’altra si era massa a urlare di piacere tanto da farsi sentire da tutto il locale. Girai la testa, tanto per vedere come Gianmarco era intento a farsi succhiare il cazzo da quell’altra donna, con le tette di fuori e la gonna ancora al suo posto.
Mi eccitai ancora di più al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere e iniziai a spingere con più forza. Volevo romperla.
Lei ansimava e io godevo. Poi, improvvisamente, mi sentii delle dolci mani femminili addosso. Mi presero per le chiappe, poi mi allontanarono da quella donna ancora sdraiata sul tavolo perché Luigi potesse prendere il mio posto.
In un nano secondo sentii come il mio cazzo veniva preso da delle altre mani che lo massaggiarono, poi venne addirittura preso in bocca. La sensazione di piacere nel sentire la sua lingua pulirlo intorno, quando la sua bocca me lo succhiava, era impagabile.

Mi ritrovai anche a baciarmi con quell’altra, anche lei completamente nuda. La sua mano, – con l’anello, di questo ne sono sicuro, – poggiata sulla testa dell’altra che la spingeva, avanti e indietro, avanti e indietro. Letteralmente sentii il piacere scorrermi dentro, ma non ero ancora arrivato al punto da scoppiare. In pochi secondi tirai il cazzo fuori dalla sua bocca.
Tu, – dissi a quell’altra nel mentre, con la coda dell’occhio, vedevo come Gianmarco iniziava a scopare la bocca di quella Claudia.
Feci lo stesso con l’altra donna, sdraiandola sul tavolo con un unico gesto. Luigi le ficcò il cazzo nella figa iniziando a scoparla. Io invece mi presi la sua bocca. Lei era più brava di quella di prima, me lo ricordo bene. Mi puliva tutta l’asta nel mentre facevo avanti e indietro con il bacino tanto da arrivare in gola. Prima le cercavo di massaggiare le tette, quindi presi la sua bocca e le fiondai il mio cazzo nella gola per qualche volta. Mi sentii le membra fremere, sentii come l’eccitazione saliva sempre di più. Il caldo della sua bocca lo spingeva al massimo. Alla fine, nel mentre sentii ancora le sue ansimazioni, non riuscii più a trattenermi.
Cercai di ritardare il momento al massimo, ma alla fine le sborrai nella gola in modo forte e copioso (era tanto che non avevo un orgasmo del genere!).
Per un attimo lei tossì, ma poi deglutì tutto. Io, invece, tirando il cazzo fuori dalla sua bocca le sporcai tutta la faccia: il bianco e caldo succo sugli occhi e sulle labbra. Mi chiesi, per un attimo, cosa avrebbe detto il suo marito a quella scena. Ma a dire il vero non me ne importava un cazzo. Poco dopo vennero anche gli altri due, nel mentre Claudia e quell’altra si baciavano appassionatamente masturbandosi a vicenda. Il loro sperma schizzò ovunque sulle donne a terra, bagnando anche gli eleganti vestiti neri ormai tutti sporchi.
Non me la passai liscia e non mi ricordò come finì quel giorno. Ma quella festa tra donne (e non solo) alla quale presi parte come spogliarellista, non me la dimenticherò mai.

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