Emozionante e giustamente premiato come miglior film alla 66esima edizione del Trento Film Festival: parliamo di “Señorita Marìa, la falda de la montana” del regista colombiano Ruben Mendoza, storia di una donna trans 45 enne boliviana ma nata ragazzo, che combatte i pregiudizi. La storia si snoda tra le strade di Boavita, un villaggio rurale, conservatore e cattolico alle pendici delle Ande e congelato nel tempo e Miss Marìa Luisa, la protagonista, combatte qui ogni giorno contro la discriminazione e i conflitti di genere e identità, muovendosi con delicatezza e fermezza attraverso l’odio degli abitanti del suo piccolo paese.
Una storia splendida di profonda rilfessione perchè lo sguardo del regista non si ferma a descrivere questo, ma spazia oltre, portando il pubblico a scoprire un’amara storia familiare, che non vi sveliamo per non rovinare il gusto della visione. La scelta compiuta dalla giuria internazionale, composta dallo scrittore italiano Paolo Cognetti, dall’artista e direttore del Dutch Mountain Film Festival Toon Hezemans, dalla produttrice cinematografica inglese Katie Moore, dal regista cinematografico altoatesino Ronny Trocker e dalla critica cinematografica, sceneggiatrice e produttrice giapponese Emi Ueyama, è una presa di posizione netta contro l’omofobia e la paura del diverso, perchè questo film, in fondo, descrive una realtà non troppo distante da quella che viviamo ogni giorno anche in Italia.