Storie erotiche

Storia con un trans a Venezia

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incontro proibito in luna di miele

Confesso che quando conobbi Marco non vidi in lui ciò che davvero era. Eppure oggi è chiaro a tutti il suo meraviglioso status di trans a Venezia. Fui fulminata dal suo sguardo penetrante e tenero al tempo stesso. Rimasi bloccata davanti a lui, come se fossi una statua d’acqua. In quel momento nacque una relazione destinata a durare per anni, e anche adesso che sono sposata da poche ore penso a lui. Il viaggio di nozze l’ho chiesto io: è stato facile convincere mio marito ad andare a Venezia, in fondo è il sogno romantico di ogni donna, no? In realtà sono qui per Marco, per il suo sguardo, il timbro della sua voce e la sua profumata pelle.

Quando lo incontrai, mi raccontò che erano trascorsi due anni da quando si era concluso il suo percorso di trasformazione. Da Michela che era, si trasformò in Marco dopo un lungo tragitto fatto di medici e psicologi che l’avevano aiutato ad affrontare tutti i passaggi fondamentali. Mentre ripercorreva i cambiamenti provocati dalla somministrazione degli ormoni, aveva lo sguardo che luccicava. Era felice per il fatto di avere un corpo che corrispondeva alla sua anima, e per questo motivo ricordava con gioia anche i momenti fisicamente meno semplici. In particolare mi ha raccontato più volte di quando ha visto il suo clitoride crescere in modo incredibile grazie alle terapie mediche. Quella penisola di carne era il suo connettore per la felicità, lo strumento che gli permetteva di sentirsi completo.
Il tempo di disfare le valigie e di fare una doccia che Simone, mio marito, inizia a baciarmi il collo e a carezzarmi tra le gambe. È il suo solito modo per riscaldarmi, ma stavolta mi trova già pronta. I suoi occhi si illuminano di coniugale gioia. In realtà io sono eccitata all’idea di rivedere Marco dopo 6 mesi di astinenza. Stavolta si prende tutto il tempo per giocare col mio corpo, una vera rarità perché di solito fa le sue flessioni su di me e poi si addormenta secco. Simone mi fa mettere col seno sul letto per prendermi da dietro. Mi ritrovo con lo sguardo rivolto oltre la finestra dell’albergo, proprio in direzione della stradina che percorro ogni volta che vado a casa di Marco. È uno di quei momenti perfetti che si aspettano per tutta la vita: un uomo, mio marito, che con un meraviglioso e lento su e giù mi sta regalando il piacere nel presente e il mio sguardo diretto verso il futuro piacere irrazionale del mio amante eterno. Dopo i suoi esercizi ginnici, come al solito, è caduto nel mondo dei sogni. Adesso sono davvero libera. Ancora una doccia, abito rosso corto, tacchi a spillo e niente intimo. La consapevolezza che un soffio di vento possa espormi alla vista di tutti rende mi porta a camminare con estrema lentezza. Mi fermo a guardare il passaggio delle gondole tra l’eccitazione dell’attesa di una folata e la preoccupazione di vedere Marco a lavoro, facendo saltare l’incontro tanto, troppo, atteso. Un passo oltre il vicoletto e il vento compie il suo dovere. Mi fermo, alzo la testa e chiudo gli occhi. Quello che agli altri appare senza dubbio un gesto d’imbarazzo è in realtà il tentativo di catturare tutta l’emozione del momento. Apro gli occhi e vedo lui che mi scruta da una delle finestre di casa sua con uno sguardo malizioso e ammirato. Riprendo a camminare con la stessa studiata lentezza e finalmente arrivo davanti alla sua casa.
L’appartamento è ampio e sviluppato regolarmente, ogni dettaglio è stato studiato e posto da una mente precisa e ordinata. Attraverso questi spazi provando a fingere che posso controllare la mia voglia di sesso. Guardo con attenzione un candelabro e leggo i dorsi dei libri, ma quell’assolato lunedì pomeriggio veneziano aveva già deciso l’esito di quell’incontro. Senza lasciare spazio a una novella sposa pronta per il primo tradimento ufficiale e Marco, un trans a Venezia che racchiude tutta la forza della vita. Una delicata e lenta carezza sale dalla mia coscia per arrivare a sfiorare il mio sesso. Chiudo gli occhi, inizio a respirare con fatica e il mio corpo si scioglie. Mi bacia mentre sfila l’abito che indosso. Ogni centimetro del mio corpo è coperto dalle sue sapienti labbra che non trovano nessun tipo di ostacolo. S’insinua nel mio corpo con delicatezza, come se cercasse la sua felicità dentro di me. Ogni mio gemito gli dona ancora più voglia di darmi piacere, in un circolo virtuoso che fa saltare ogni riferimento. Non so più dove sono, il mio nome diventa un dato superfluo. Tutto ciò che sono è sotto il suo corpo meravigliosamente elastico e sensuale. Le mani di Marco si staccano dai miei fianchi e mi stringono, con forza, alla vita, solo con le dita. Mi tiene ferma mentre mi bacia con passione e al tempo stesso penetrandomi con una dolcezza inaspettata. Sono fuori di me, completamente fusa col mondo. Sa esattamente cosa fare e quando farlo. Percorro tutto il suo corpo per imprimerlo meglio nella mia memoria. La sua schiena perfetta, i suoi fianchi potenti, le sue cosce muscolose. Quella leggera peluria che le mie mani incontrano di tanto in tanto mi porta in paradiso. Marco ripete che mi ama, che sono sua. La sua voce arriva da lontano e sfiora la mia mente troppo presa dai colpi di questo meraviglioso e unico uomo.


Gli orgasmi mi hanno riportato in vita, libera più che mai. Adesso sono io a comandare il gioco. Marco prova a reagire ma sa benissimo che non ha speranze. Così si lascia cadere sulla schiena mentre salgo sul suo sesso. Con esasperante lentezza mi siedo su di lui, e sempre fissandolo negli occhi inizio un ritmato su e giù. Cambio velocità secondo le espressioni del suo bellissimo volto. Mi abbasso su di lui, gli carezzo il petto e lo bacio per assaporare ancora una volta le sue morbide labbra. Restiamo fermi, abbracciati sul letto e immersi nei nostri pensieri. Poi inizia a chiedere del matrimonio, dell’abito e degli invitati. Prendo lo smartphone per mostrargli le foto e in quel momento squilla, è Simone. Aspetto che metta giù, dirò che non ho sentito a causa della folla. Marco mi guarda e dice di andare, è pur sempre mio marito. So che ha ragione ma provo a fingere di non avere ascoltato le sue parole. Lui mi porge il vestito, ed è bellissimo in quella posa con la luce della sera che gli bacia la pelle. So che appena toccherò quell’abito inizierà la mia attesa per il prossimo incontro che chissà quando avverrà. Venezia è così, intensa, profonda ma anche dura e abituata al fluire dell’acqua che pretende il cambiamento continuo. Mentre torno in albergo spero che il vento sia scomparso.
Amo mio marito. Amo vivere con lui, mi regala sicurezza e tranquillità soddisfando la parte tradizionale di me. Il sesso con lui è frequente ma mai veramente passionale perché non sa lasciarsi andare. Ogni suo gesto vuole essere perfetto e per questo non arriva dal profondo della sua anima. Marco invece sa regalare tutto sé stesso senza filtri, senza paura di mettersi nelle mie mani. Proprio per questo motivo non posso imbrigliarlo e non voglio farlo. Lui è libero dentro, ha rotto troppe catene per farsi bloccare in un ruolo preciso o in uno stereotipo. Il suo ambiente naturale è l’acqua e come questa ti purifica se te la fai scorrere addosso, ma non riesci a stringerla in una mano perché fugge via. Quando lo vidi per la prima volta, capii subito che con lui non c’erano limiti, né confini, al futuro. E che una donna non avrebbe saputo dove meglio mettere la sua felicità se non tra le sue braccia. Io sono proprio lì, adesso, stretta da Marco, un trans a Venezia. Che cosa avverrà nella mia quotidianità non è importante fino a quando saprò di potere contare sui suoi occhi che illuminano la mia vita.

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