“Fidati di me, manda un sms e inventa qualcosa. Digli che ci è sorto un imprevisto“. Così, Erica, aveva convinto il marito a boicottare l’invito a cena da Giuseppe, il loro vicino di casa.
“Sì, d’accordo, però ora vuoi dirmi dove diamine stiamo andando?”. La mogliettina, però, era ancora reticente e voleva appurare di essere stata abbastanza chiara. “Te l’ho detto, posso dirti solo Sabrina..il resto è una sorpresa! Quindi a te va bene se stasera non ceniamo?“. Una domanda che, per Vito, voleva dire tante cose. Lo riportava indietro di qualche anno, quando quella richiesta significava soprattutto pompini tardo-pomeridiani e serali che finivano per diventare grandi scopate notturne. E addio cenette romantiche!
Le divagazioni di Vito furono interrotte dalla comparsa di un’insegna a cui era particolarmente devoto: quella del suo sexy shop di fiducia. Capì subito che la moglie stava tentando di parcheggiare proprio antistante al negozio, un brivido percorse la sua schiena.
“Perché siamo qui?“, chiese a Erica che, ancora riluttante nel volergli svelare le sue intenzioni, rispose: “perché ho una sorpresa per te“.
All’ingresso, Mirko li accolse con un grande sorriso smagliante stampato sulla faccia e, rivolgendosi a Erica, disse:
“È arrivata! Vado a prenderla“. Lei era emozionata e la voglia aumentava di minuto in minuto.
Volgendosi verso il marito, lo trovò a fissare uno strapon munito di un dildo dalle dimensioni spropositate! “Se vuoi provarlo, te lo compro!“, gli disse, nel tentativo di distoglierlo dall’intontimento. “Se me lo compri, io ti regalo quello”, rispose Vito, indicando un babydoll con eleganti merletti neri in mostra su uno stand di sexy lingerie.
Nel frattempo, Mirko risaliva dal magazzino con l’oggetto dei desideri di Erica e che, ben presto, sarebbe diventato anche strumento di piacere indispensabile per il marito.
“Eccola, lei è Sabrina!“. Quella che il proprietario del sexy shop stava presentando, era una real sex doll.
Lunghi capelli rossi ondulati da ricci provocanti, lineamenti del viso delicati valorizzati da una carnagione chiara puntellata da lentiggini che conferivano un’espressione da timorata. Era però allo stesso tempo vogliosa di scatenare tutti gli schizzi di testosterone di un maschio. Indossava un top bianco che, strizzandole le tette, faceva venir fuori i capezzoli dal tessuto.
Solo guardandola, Vito si ritrovò col pacco duro nelle mutande mentre Erica non aveva occhi che per quello di Mirko.
La voglia che assalì la coppia di novelli sposi fu talmente improvvisa che, caricata la bambola Sabrina in auto, entrambi vollero subito rientrare a casa. Parcheggiata l’auto in garage, Erica prese con sé la bambola e disse al marito di aspettare lì. Sua moglie aveva pianificato la serata e ne muoveva le fila, quindi il marito annuì.
Trascorso del tempo e non vedendo ritornare alcuno, Vito decise di rientrare in casa e, quando aprì la porta, trovò Sabrina inginocchiata sul pavimento e con la bocca spalancata. Lui non perse un secondo, si slacciò la cinta, abbassò i pantaloni e le mutande e si tirò fuori il cazzo per riempire quella bocca calda.
Era come se un guanto di velluto gli stesse avvolgendo la cappella, un tepore che si espandeva lungo tutta l’asta del suo grosso arnese che, in men che non si dica, fu duro e turgido.
“Che brava che sei a succhiare Sabrina!“, e con un colpo secco, Vito spinse tutta la verga nella bocca della rossa, le cui lentiggini ora si confondevano con la peluria dell’uomo che le stava fottendo la gola.
L’uomo la sentiva vibrare e affondò le mani nella folta chioma. Il piacere era talmente intenso che iniziò a schizzarle nella gola, con un orgasmo lungo e spasmodico. Dopo averlo tirato fuori, strusciò la cappella ancora umida sulle labbra carnose. “Uno dei pompini migliori della storia, Sabry!” e mentre Vito si complimentava con la sua amante, fu attratto dalla luce che proveniva dalla camera da letto. Sua moglie era lì?
“Ti sei persa un bello spett…“, ma non fece in tempo a finire la frase perché rimase colpito da quello che i suoi occhi stavano vedendo. La moglie era in piedi, davanti a uno specchio, mentre indossava il completino sexy che avevano comprato da Mirko che metteva in risalto tutta la carica erotica di Erica che, presa Sabrina dalle braccia del marito, si distese insieme a lei sul letto. La mano le accarezzava le labbra morbide, ancora sgocciolanti, le palpava i seni, soffici eppure turgidi, scivolava verso il ventre ed entrò negli slip.
“È calda!“, disse la moglie mentre faceva un ditalino alla bambola. “Che intenzioni hai?“, chiese Vito, fermo sull’uscio della porta e con i pantaloni ancora sbottonati.
Erica si alzò dal letto, abbassò gli shorts in jeans di Sabrina e, piegandosi a 90°, iniziò a leccarle avidamente la fica mentre mostrava il culo al marito. La situazione era così eccitante che gli si era azzerata la salivazione, mentre sentiva solo lo schiocco della lingua di sua moglie tra le grandi labbra. Vito decise di cambiare angolazione per avere una visuale più completa e appoggiò il bacino sui glutei di Erica, così da poter osservare dall’alto quello che stava accadendo.
Uno spettacolo a cui non aveva mai assistito fin’ora e quella leccata lesbo aveva degli effetti portentosi: gli era tornato nuovamente duro. Avvertendo il gran calibro che si strusciava sul suo buco, Erica decise di cambiare posizione, mettendo Sabrina a pecorina. Lei guardava in faccia la ragazza dagli occhi di cerbiatto e, mentre le sfilava il top per liberare le grosse tette, il marito infilava un dito nel culo della bambola.
“Scopatela!”, gli ordinò la moglie. E lui, senza farselo ripetere, infilò di botto l’uccello nella passera, così calda, così accogliente. Mise le mani sui fianchi, poi le toccò i glutei e infine andò giù sulle cosce, lisce e setose. Vedendo il marito che scopava forte, Erica iniziò a sentirsi sempre più umida, sino a dover stringere le cosce per non bagnare le lenzuola. Iniziò a masturbarsi e, improvvisamente, si ricordò del regalino che aveva fatto al marito. Corse in bagno a indossare lo strapon e, rientrata in camera, vide Vito e Sabrina avvinghiati nella posizione del missionario.
“Questa cosa mi fa arrapare come un maiale“, disse Vito guardando la moglie che non poté fare a meno di pensare a quanto lo avrebbe fatto godere a breve! Si mise dietro di lui e iniziò a leccargli il buco, mentre il marito gemeva come mai aveva fatto. Aprì il cassetto e tirò fuori il lubrificante per bagnargli per bene il culo.
“Oh! Che fai lì dietro?“, si ribellò Vito. “Non emettere un fiato e continua a scopartela”, intimò la mogliettina con tanto di dildo gigantesco.
Salì sul letto come per montarsi il marito e gli infilò dentro quel cazzo gigantesco. Sentì il marito urlare e dimenarsi, quasi per sottrarsi. Ma lei lo prese dai capelli e con l’altra mano spingeva sul fondoschiena: così bloccato, Vito non poté far altro che farsi scopare. Lo sentiva dentro, lo sentiva salire dentro. Il dolore scemava per dar spazio a un nuovo, sconosciuto piacere. Si allargò i glutei con le mani. Erica sapeva bene cosa significava: era un invito a entrare più dentro. “Ah, ora ti piace, stronzo!”, e prese a fotterlo pesantemente mentre lui si scopava Sabrina.
Nella camera rimbombavano solo gemiti ed Erica, mentre ancora cavalcava il marito, alzò lo sguardo, riuscendo a distinguere la sagoma di Giuseppe che, dalla finestra del suo appartamento, li spiava con un binocolo. La donna sorrise e pensò che, in fondo, non sarebbe stato male ampliare quel consesso da tre, a quattro.