Schiava - Le Storie Erotiche de Il Piccole Magazine.it Storie erotiche

Schiava

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Schiava - Le Storie Erotiche de Il Piccole Magazine.itGuardo le mie mani strette nelle manette. Come sono arrivata a questo punto?
Dopo la rottura con Diego avevo voglia di cambiare un po’ aria, amici, frequentazioni. Mi serviva una ventata di freschezza per togliermi di dosso quattro anni d’amore buttati nel cesso.
La mia amica Irene mi consigliò un famoso sito di incontri in webcam. All’inizio pensai che fosse un’idea bizzarra, ma mi resi conto che offriva tutto quello di cui avevo bisogno: frequentare uomini senza frequentarli davvero.

Mi iscrissi al portale e subito mi risposero un sacco di persone. La maggior parte erano squilibrati che mi chiedevano di inviargli delle foto in pose porno, ma conobbi anche qualcuno di simpatico come TheBoss.
All’inizio parlammo di argomenti banali, mi faceva sorridere il suo alone di mistero. Durante le nostre videochiamate faceva di tutto per non mostrarsi. Si riprendeva al buio rimanendo sempre in ombra. Trovavo curiosa questa sua mania immaginando che fosse sposato o qualcosa del genere. Ma mi piaceva parlare con lui e lo assecondavo.

Dopo circa un mese la conversazione divenne più intensa.
Ti masturberesti per me? – mi chiese una sera a bruciapelo. Risi pensando che stesse scherzando, ma lui rimase in silenzio convincendomi che la sua richiesta fosse seria. Mi offesi e lo apostrofai come un maniaco. Lui chiuse la conversazione.
Per una settimana non ebbi sue notizie così provai a contattarlo ma rifiutò la videochiamata. La cosa mi fece salire il sangue al cervello, che cafone!
Richiamai e lui non rispose e questo faceva cresceva la mia frustrazione.

Quando finalmente accettò la chiamata, rimasi in silenzio. Ero arrabbiata, ma in realtà ero contenta di rivederlo.
Devi smetterla di rompermi – mi disse.
Scusa, è che mi piace parlare con te e volevo spiegarti
Non voglio le tue spiegazioni. Voglio che ti masturbi, cazzo!
Rimasi di sasso. Che potevo fare? Rifiutare mi avrebbe ricacciato nella stessa situazione, ma accettare significava abbassare la testa davanti alle sue richieste.
Ti posso far vedere questo se ti accontenti – dissi scoprendo il seno.
Lui chiuse la videochat.

Schiava - Le Storie Erotiche de Il Piccole Magazine.itPassai almeno un’ora a decidere se fossi più arrabbiata o delusa. Alla fine lo richiamai.
Che cazzo vuoi? – disse brusco.
Non dissi nulla ma cominciai ad accarezzarmi il seno, toccandomi i capezzoli. Guardavo dritto nella webcam come un’attrice convinta. Non so da dove mi uscisse tutta quella spavalderia, ma sapere che mi stava guardando. Era incuriosito dal mio corpo e questo mi faceva eccitare. Feci scivolare i pantaloncini e mi accarezzai in mezzo alle gambe. Facevo tutto per compiacerlo e lo sentivo che mi studiava dall’altra parte dello schermo. Mi masturbai per lui e provai un piacere mai sperimentato prima.
Quando finii riagganciò lasciandomi con il fiatone e le dita bagnate.

Mi aspettavo che richiamasse. Ma niente. Presi di nuovo io la decisione. Avevo voglia di rifare tutto. Quando rispose cominciai ad accarezzarmi i seni avvicinandoli alla bocca e cercando di leccarmi i capezzoli.
Questo l’ho già visto – fu la risposta.
Rimasi con le tette in mano davanti a lui.
Devi darmi di più, molto di più!
Non sapevo a cosa pensare, poi mi ricordai di un vibratore che usavo a volte quando Diego voleva fare giochi particolari e andai a prenderlo.

Cominciai a passarmelo sul corpo fino alla fica. Lo infilai lentamente.
Te lo devi mettere nel culo
Protestai, non avevo mai fatto sesso anale. Lui mi osservava in silenzio facendomi sentire impotente.
Lo accontentai. Mi spalmai il lubrificante e cominciai a spingere il vibratore nel mio ano. Faceva resistenza ma non mollavo. Il suo sguardo addosso mi faceva impazzire. Lo feci entrare appena sentendomi fiera di me.
Queste sono cazzate! Sfondati!
Spinsi il vibratore sentendo il buco del culo bruciare. Lui mi incitava apostrofandomi nei modi peggiori.
Brava troia – concluse quando il vibratore era ormai tutto dentro di me. Faceva male ma inaspettatamente fui colta dall’orgasmo. Venni come mai prima.

Le nostre sedute andarono avanti per alcune settimane nelle quali TheBoss mi chiedeva sempre di più. Volle che mi penetrassi ancora l’ano col vibratore e che pisciassi. Mi chiese di infilarmi qualunque cosa gli potesse venire in mente. Oggetti sempre più larghi. Io non dicevo mai di no smaniando dalla voglia di ricevere ordini da lui.
Un giorno mi ordinò di prepararmi perché sarebbe venuto a trovarmi. Ero sconvolta, non avevo mai pensato ad un incontro dal vivo. Ma questo era l’ordine e feci come mi diceva.

Schiava - Le Storie Erotiche de Il Piccole Magazine.itArrivò con un’ora di ritardo. Entrò senza chiedermi nemmeno il permesso e si mise sul divano. Io ero immobile, emozionata di poterlo finalmente incontrare.
Non stare impalata come una scema. Portami da bere!
Lo disse con tale arroganza che obbedii subito. Appoggiai l’acqua sul tavolino e subito mi arrivò uno schiaffo.
Che cazzo fai? Voglio del vino!
Con la guancia rossa corsi in cucina.
Così va meglio – disse bevendo – Non è un gran vino, ma per questa volta mi accontento. Vieni qui, subito!

Corsi tra le sue braccia immaginando un bacio appassionato ma mi scaraventò a terra.
Cosa fai? Mettiti giù che voglio guardare la televisione!
Mi misi a quattro zampe come chiedeva e lui mi appoggiò i piedi sulla schiena. Credo che non gli interessassero granché i canali, gli piaceva solo usarmi come poggiapiedi. Ogni tanto mi mollava uno schiaffo sul culo urlandomi di stare ferma.

Non so quando rimase così ma avevo i muscoli indolenziti quando si alzò.
Sei stata brava. Vieni a succhiarlo un po’ – disse slacciandosi i pantaloni. Feci come ordinava entusiasta all’idea.
Ah, bene, si vede che ti piace essere una troia, brava la mia puttanella
Più mi insultava più ci provavo gusto.

Dopo un po’ mi fece fermare, mi disse di andare in bagno che aveva una sorpresa.
Quando tornai aveva riempito la tavola di sex toys e attrezzatura BDSM.
Vieni – ordinò – Sono stanco di vedere la tua faccia
Mi fece indossare una maschera BDSM in lattice. Mi sentivo un manichino senza identità. Non avevo più la bocca, chiusa dietro ad una cerniera. Solo gli occhi erano liberi.

Mi fece inginocchiare strofinandomi l’uccello duro sul viso e legandomi le mani. Ero così eccitata che mi bagnai e lui mi mollò un ceffone.
Proprio una puttanella, eh?
Mi portò sul divano facendomi stendere a pancia in su, poi usò l’igienizzante su un enorme cazzo di lattice e me lo infilò nel culo schiaffeggiandomi le natiche. Stavo gemendo con le mani legate e le gambe aperte. Mi masturbava fermandosi un attimo prima dell’orgasmo. Stavo impazzendo finché non prese a masturbarsi riversandomi il suo sperma caldo sul viso mascherato. Venni anch’io copiosamente.
Da quel primo incontro ne scaturirono molti altri e ora passo più tempo ammanettata di una carcerata.

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