Io e mia moglie non siamo una coppia mondana anzi, siamo entrambi timidi. Non amiamo particolarmente conoscere nuova gente né partecipare a feste; così, quando venerdì scorso Paola tornò da lavoro con degli inviti per un party organizzato dalla direzione che si sarebbe tenuto il lunedì successivo, rimasi perplesso.
A detta di Paola, il tutto poteva risultare persino divertente. Si trattava, infatti, di un party in occasione della giornata mondiale degli abbracci, nella quale ognuno si poteva sentire libero di stringere a sé chi voleva.
Se ripenso a queste premesse e a come si sono sviluppate poi le cose non può non venirmi da sorridere. Mentre scrive queste righe infatti ho ancora i segni di quella notte ben visibili sul petto, con graffi e piccoli morsi ovunque sul torace. Del resto non sono un tipo da pinze per i capezzoli e simili, però dopo lunedì potrei anche farci un pensierino…
Giunti alla festa, ci pentimmo quasi immediatamente di avere accettato l’invito. L’atmosfera era moscia e la gente, abituata a vedersi solo a lavoro, per lo più si trovava in imbarazzo. Fatta eccezione per Rachele e Fabio. Lei è collega di Paola, ed è un’affascinante donna sulla trentina, bionda e procace. Mentre lui, decisamente più vecchio ma dotato di un certo charme, è il suo compagno di vita; insieme, formano una coppia molto affiatata e allegra.
Piano piano, tra un bicchiere e l’altro, entrammo pienamente nel mood dell’evento, iniziammo a dispensare abbracci a destra e a manca. Molte di queste effusioni avevano come destinatari, manco a dirlo, Rachele e Fabio.
Durante una delle mie pause, in cui sorseggiavo un vermut seduto sul divano, notai un abbraccio un po’ troppo prolungato proprio tra l’uomo e mia moglie. I due corpi erano aderenti l’uno all’altro, ed era anche ben visibile, dal rigonfiamento dei pantaloni. Era infatti una sfacciata erezione di lui che, nonostante si fosse accorto che li stavo osservando, non mollava la presa su Paola.
Rimasi per qualche attimo sconvolto, tanto che non mi accorsi che Rachele mi si era seduta accanto. Passandomi un braccio dietro il collo, prese ad accarezzarmi la nuca proprio nell’istante in cui mi resi conto della sua presenza.
D’un tratto capii: quella coppia era a caccia, e noi eravamo le loro prede.
Dallo sguardo che mi lanciò Paola, intenso come non lo vedevo da tempo, realizzai che mia moglie era pervasa dalla stessa eccitazione dei due. Tacitamente, ci eravamo scambiati un permesso reciproco, anche se quello che sarebbe successo di lì a poco, tra fruste e maschere in pelle in bella vista nella loro camera, non ce lo saremmo certo immaginato.
Dopo qualche minuto, Rachele mi fece scivolare in tasca la chiave dell’albergo dove, quella sera, lei e Fabio avrebbero soggiornato. Discretamente la coppia lasciò la festa, mentre Paola, dopo essere andata alla toilette, mi raggiunse e, presami la mano, mi fece alzare dal divano, verso l’uscita.
L’hotel era proprio dall’altra parte della strada, famoso in tutta la città per essere considerato tra i migliori della zona: la coppia sapeva come trattarsi bene. Salendo in ascensore fino alla loro camera, non ci scambiammo che uno sguardo, carico di significato: non serviva altro. Nonostante avessimo la chiave, bussammo.
Ad aprirci fu proprio Rachele, vestita solamente con una lingerie sexy, che le metteva in risalto un décolleté strepitoso. Dopo avermi salutato con un lungo bacio a pochi centimetri da mia moglie, fece lo stesso con lei. Questo mandò subito in estasi sia il sottoscritto sia Fabio che, da uno dei due letti doppi, si godeva lo spettacolo. Eravamo finiti nella tana del lupo, con la stanza piena di sex toys vari, disposti disordinatamente.
Mi accomodai sull’altro letto, mentre Paola, senza dire una parola, iniziò a scambiarsi effusioni infuocate con l’uomo. Anche sua moglie non perse tempo: mi slacciò i pantaloni e prese a lavorarsi la mia verga con la bocca. Il tutto mentre osservavo la mia compagna che, guardandomi negli occhi, faceva lo stesso all’altro. Allungando una mano verso il cassetto del comodino e senza smettere di farmi godere, Rachele tirò fuori un piccolo dildo vibrante. Con questo prese a massaggiarsi sotto le mutandine, ormai fradice di piacere. Non mi accorsi che Paola era già entrata nel vivo della situazione, iniziando a cavalcare di buona lena Fabio che, slacciatole il reggiseno, si concentrava sui seni di lei, piccoli ma sodissimi.
Non potevo resistere oltre: staccai la bocca della sconosciuta, ancora affamata, e la spinsi indietro, facendola finire pancia all’aria e avventandomi su di lei. Assaporai ogni centimetro di quella vellutata pelle color madreperla.
Afferrandola per le caviglie, cominciai a penetrarla furiosamente. Il mio membro scivolava agevolmente dentro di lei più a fondo che potevo. Il tutto mentre non staccavo gli occhi da mia moglie, che continuava a saltellare ritmicamente sopra Fabio.
Quel mix di eccitazione e gelosia estrema mi mandava su di giri. Mi mandò un vigore e una resistenza come mai ne avevo avuti e facendo godere da morire Rachele, che venne più volte a causa delle mie spinte, che non accennavano a diminuire.
Da sotto un cuscino, Fabio estrasse un plug anale, che, con un sorriso beffardo, passò a Paola. In tanti anni non avevamo mai provato il sesso anale così. Quando mia moglie, sempre sopra di lui, prima si penetrò dietro con il piccolo oggetto poi, messasi carponi, si lasciò docilmente scopare dallo sconosciuto. Sentii una vampata ancora più forte di gelosia, non essendo stato io il primo a deflorare analmente la mia dolce metà.
Paola, mentre sembrava godere da impazzire, mi rivolse uno sguardo a metà tra il divertito e il dolorante. Mi invitava al contempo a proseguire nel mio divertimento con Rachele che, nel frattempo, si era anche lei messa a novanta, offrendosi completamente. Ricominciai, così, la mia opera, questa volta lentamente. Volevo gustarmi pienamente quel frutto che per tanti anni mi era stato proibito.
In breve, Fabio raggiunse il culmine del piacere, venendo copiosamente sui seni di mia moglie che, voltatasi di scatto, non aveva voluto perdere nemmeno una goccia di quel caldo liquido. Mentre il marito della sconosciuta, una volta finito, andò a farsi una doccia, Rachele si staccò e, raggiunta Paola. Iniziò dapprima a leccarle il sesso, umido di piacere, poi passò a ripulire con la lingua mia moglie dal miele che la ricopriva. Continuava a masturbarla velocemente, entrambe mi guardavano, così le raggiunsi.
Proprio mentre la mia compagna ebbe nuovamente un fortissimo orgasmo grazie alle sapienti dita della donna, venni anche io. Versai il mio liquido in parte nella bocca della mia amata e in parte sulla guancia di Rachele. Nemmeno dieci minuti dopo, Paola ed io eravamo in macchina, diretti verso casa. Eravamo ancora stupiti da quello che avevamo vissuto e che mai ci saremmo creduti in grado di fare.
Sono già passati diversi giorni, ma le sensazioni provate mi hanno lasciato dentro una sorta di scia di buonumore, che si riflette anche nella vita coniugale. Tornati a casa non solo abbiamo rifatto l’amore, ma lo abbiamo fatto anche più volte nei giorni successivi. Probabilmente quest’avventura era la spinta di cui avevamo bisogno per liberarci del tutto delle nostre inibizioni. Inoltre stiamo pensando di andare più spesso alle feste alle quali ci invitano, ma questa volta faremo noi la parte dei predatori…
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