Classe, raffinatezza e una grandissima umanità: abbiamo incontrato la bellissima transessuale brasiliana Sabrina Hemolly, da Recife ma attualmente residente a Milano e ci siamo fatti raccontare della sua vita e dei suoi sogni.
Buongiorno Sabrina. Prima di tutto, complimenti per la tua eleganza.
Buongiorno a voi. Grazie, mi piace molto la moda, del resto, abito a Milano che ne è la capitale! (ride). Abitando in questa città è difficile non lasciarsi coinvolgere dalle cose belle, poi è bello essere sempre ben vestita e qui è quasi impossibile non esserlo.
Si nota che la moda è proprio una cosa che ti affascina.
Si, compro gli abiti in diversi negozi ma non per forza devono essere tutti firmati: penso che la moda sia una cosa che tu fai per te e non per gli altri: essere eleganti significa esprimerti attraverso ciò che indossi, far vedere chi sei tu realmente, senza artefatti.
Oltre alla moda, hai altre passioni?
Si, mi piace giocare a golf, a scacchi, stare con gli amici e i familiari…insomma, mi piace godermi momenti di tranquillità e relax come tutti quanti. Poi, adoro viaggiare: mi piace imparare le lingue, conoscere le differenze culturali delle persone e far vedere anche la mia. Ho vissuto anni a Parigi e in Svizzera.
E in Italia come sei arrivata?
Era il sogno della mia famiglia, mio papà è italiano ma vive da tanti anni in Brasile, dove si era sposato poi con mia mamma, che era brasiliana. Come ti dicevo, io ho vissuto a Parigi per molto tempo, ma quando sono arrivata in Italia mi sono innamorata: è un Paese unico, meraviglioso. Adoro l’Emilia-Romagna ed i romagnoli, che trovo molto simpatici, la Sardegna è bellissima, Roma incanta, è un museo a cielo aperto. Potrei parlare tutto il giorno dell’Italia, c’è una grande varietà culturale e di comportamenti da regione a regione…mi affascina.
E’ bello sentire tanto entusiasmo. E di carattere, come ti descriveresti?
Mi descriverei come una transessuale che vive in un mondo difficile: ma mi reputo corretta e onesta; poi in realtà sono le altre persone che dovrebbero dire come sono, non io.
A proposito della tua transessualità, come hai affrontato questo percorso?
È stato molto difficile, come credo per la maggior parte delle transessuali. La mia vita è stata davvero molto dura, non ha scherazato con me. Purtroppo mia mamma è morta quando ero molto piccola e sono cresciuta senza. Per fortuna ho avuto la nonna fino ai 13 anni, e finchè c’era lei tutto era semplice e naturale. I miei dubbi e le mie incertezze sono iniziati dopo la sua perdita, posso dire.
Spiegati meglio.
Fino ai 10/11 anni non sapevo cosa erano le trans, gli ormoni etc, ero solo un bambino. E’ stato verso i 12-13 anni che ho maturato una mentalità più curiosa e ho capito chi volevo diventare. Comunque, fin da piccolo sapevo di essere diverso dai miei fratelli o dai miei compagni: lo ero nel modo di camminare, di parlare, di sedermi…ero effemminato.
Hai subito discriminazioni?
Credo che la peggior cosa non è quello che sei ma quello che le persone vogliono vedere di te. Quelli che ti puntano il dito contro e vogliono obbligarti a comportarti in un certo modo, a non fare certe cose. Per esempio, ricordo che mi dicevano di non colorare con i pastelli rosa, di usare una voce più grossa quando parlavo, di non giocare con le bambole: tutte queste cose mi mettevano dubbi maggiori perchè sapevo che tutto ciò che facevo era sbagliato per gli altri ma per me veniva naturale.
Qui in Italia fai la escort. Come ti rapporti con questa particolare professione?
Ha i suoi vantaggi: conduco una vita agiata e posso scegliere quando svegliarmi, quando andare a letto, quando lavorare…mi concede parecchia libertà ed autonomia. Il rovescio della medaglia può essere che ci si abitua a fare questo lavoro e si pensa che è l’unica cosa che si è in grado di fare. Il mio sogno era un altro ma la vita a volte non ti permette di scegliere.
Comunque, tutto nella vita è transitorio, tutto passa, quindi passerà anche questa fase e arriverà qualcosa di più bello e tranquillo.
Nella tua esperienza, cosa attira le persone in te?
Le persone mi cercano per i più svariati motivi: chi per parlare, chi per realizzare fantasie che non osa in privato. In generale, quando un uomo va con una trans credo lo faccia perchè vuole essere la donna di un’altra donna, ma in senso metaforico: vuole sentire la presenza di un fisico femminile, sapendo che noi trans in realtà abbiamo la mentalità tripla, pensiamo da uomo, da donna e da trans e questa cosa permessa dalla transizione è spettacolare. Per gli uomini noi trans siamo sogni travestiti da donna, come la canzone di Mina.
Tu come vivi il tuo modo di essere?
Io amo gli uomini, nel senso che mi attraggono fisicamente ma sono innamorata mentalmente delle donne: credo che la donna in sè sia la cosa più bella che c’è, io voglio ASSOMIGLIARE ad una donna, ma non sarò mai tale perchè donna si nasce, io invece non sono ne donna ne uomo: sono nata trans.
Hai un sogno nel cassetto da realizzare?
Ho tanti sogni da realizzare: come le auto che hanno bisogno di benzina per funzionare, così noi persone abbiamo bisogno di avere dei sogni per andare avanti.
Negli ultimi due anni ho pensato che mi piacerebbe tornare in Brasile dalla mia famiglia: mi mancano mio padre, i fratelli e i miei nipoti. Vorrei dedicarmi a loro ed essere una brava zia, indipendentemente dal mio orientamento, vorrei fare la differenza. Ecco, il mio sogno più grande è tornare a casa, ma ancora non posso, devo aspettare il momento giusto.