Il piacere attraverso la storia

In Roma antica il postribolo di Eliogabalo

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Il piacere attraverso la storia

Eliogabalo fu il più depravato, eccessivo e capriccioso degli imperatori romani.
Divenne imperatore a soli 14 anni, ma a 18 venne assassinato per i suoi vizi ed il corpo gettato nelle fogne.
Era originario della Siria ed aveva abitudini del tutto orientali: si depilava, si truccava, indossava gioielli vistosi ed era alquanto effeminato nei modi.
Quando nel 218 d.C. venne eletto imperatore sorprese tutti; Il suo vero nome era Sesto Vario Avito Bassiano e nacque ad Emesa, in una famiglia dove comandavano le donne.


Sua madre, Giulia Semiamira, era una affascinante e sensuale, disinibita, vedova, mentre la nonna materna, Giulia Mesa, era una intrigante nobildonna, zia del brutale imperatore Caracalla.
Sesto Vario Avito fu cresciuto nel lusso sfrenato e da bambino venne nominato sacerdote del dio Eliogabalo (da qui il nome con cui divenne noto); la prestigiosa carica gli imponeva di prendere parte alle orge del culto, alle quali partecipava senza imbarazzo e con grande perversione .
Il giovane Eliogabalo non aveva alcuna voglia di fare il sovrano e lasciò le redini del governo alla nonna, senza abbandonare le sue abitudini orientali per adeguarsi alle tradizioni romane.
Così, entrò a Roma truccato, ingioiellato ed accompagnato da un corteo di suonatori e donne seminude.
Roma era capitale di un impero cosmopolita ed aperto ai costumi dei popoli dominati, ma la posizione di Eliogabalo destò scandalo, perché troppo simile a quella di un principe orientale e legato a stravaganti culti.
Dopo avere imposto il culto del dio Elios, trasformò la corte in un postribolo.
L’imperatore si travestiva spesso da donna e mostrava una particolare attrazione per gli uomini ben dotati.
Narra lo storico Cassio Dione che “Fece allestire nel palazzo un appartamento dove si abbandonava alla dissolutezza, e come le prostitute rimaneva in piedi senza sosta, nudo, davanti alla porta (…), invitando i passanti con voce bassa e rauca propria delle donne di malaffare”.
La reggia era frequentata liberamente da schiavi, liberti, attori, atleti e prostitute, scelti dal sovrano in base alle loro prestazioni sessuali.
La madre dell’imperatore, Semiamira, era legatissima al figlio e partecipava ai suoi vizi; la donna godeva appieno del clima di libertà sessuale e la Historia Augusta riporta che “vivendo come una prostituta, si dava nel palazzo a ogni vizio”.
Numerosi furono i favoriti di Eliogabalo, quello che ebbe maggior successo fu uno schiavo di nome Ierocle, originario dell’Asia minore, di professione auriga, ma ad un certo punto l’imperatore si invaghì di un atleta di nome Aurelio Zotico (dal suo nome deriva l’espressione negativa di “zotico” o “zotica”) e venne momentaneamente messo da parte.
Aurelio Zotico era bello e muscoloso, come racconta lo storico Cassio Dione, “aveva un corpo perfetto e superava tutti per la dimensione degli attributi”; ed ancora lo storico racconta dell’incontro tra i due così: “quando Zotico gli disse ‘Salve imperatore, mio signore’, senza la minima esitazione questi rispose, inclinando in modo estasiato la testa come una donna e sbattendo gli occhi: ‘Non mi chiamare tuo signore; io sono la tua signora’ .
Ierocle corse ai ripari e fece servire a Zotico una bevanda drogata con la quale impedì l’erezione al rivale.
A causa di questa “cilecca” i rapporti tra l’imperatore ed il nuovo amante cessarono, così Ierocle ritornò nel letto di Eliogabalo.
L’imperatore intercalava uomini a donne e si sposò cinque volte: la prima moglie fu la nobile Giulia Cornelia Paola, che ripudiò con la scusa che aveva una macchia sulla pelle.
Eliogabalo sconvolse i romani quando sposò Giulia Aquilia Severa, che era una vergine vestale, ovvero una monaca che per legge doveva osservare il voto di castità.
Poi, Eliogabalo si stancò anche di lei e sposò Annia Aurelia Faustina, discendente degli imperatori Antonini.
Questa fu sostituita dalla vedeva di un uomo che lui stesso aveva fatto uccidere, poi cambiò nuovamente idea e richiamò accanto a lui la seconda moglie, la vestale Severa.
I Romani cominciavano ad essere stanchi delle bizzarie di Eliogabalo e l’astuta nonna Mesa, per non farsi sfuggire il potere di mano, comprese che bisognava porre rimedio alla situazione.
Fece adottare l’altro nipote Alessenio (diverrà imperatore con il nome di Alessandro Severo) ad Eliogabalo, che stupidamente fece del cugino il proprio erede e così partì la congiura.
Nel marzo del 222 d.C. i soldati si ribellarono e massacrarono Eliogabalo con tutta la sua corte, madre compresa.
Fecero a pezzi i cadaveri di Eliogabalo, Ierocle e Semiamira e dopo averli trascinati per le vie di Roma li gettarono come sacchi di rifiuti nelle fogne.
Dallo sfarzo della corte ad una lurida cloaca, si concludeva la dissoluta vita di Eliogabalo.

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