Ludwig II° di Wittelsbach, sovrano di Baviera (Germania), salì al trono poco più che diciottenne, nel 1864. Era bello, alto oltre un metro e novanta, ed aitante; le donne tagliavano ciocche della criniera e della coda del suo cavallo e le ragazze, ridendo imbarazzate, raccoglievano furtivamente i fiori che calpestava e li conservavano per ricordo.
Ludwig, per il suo aspetto era una celebrità prima ancora di avere fatto qualcosa di rilevante, ma aveva scarso interesse per gli affari di governo e nessuna attrazione nei confronti del sesso femminile.
Ludwig viveva in un mondo tutto suo; era appassionato di teatro e di letteratura; si identificava negli eroi della mitologia germanica come Tristano, Sigfrido e Persifal.
Si sentiva come Re Sole ed immaginava di dirigere lo Stato da splendidi castelli.
Ben presto, in molti cominciarono a chiedersi se l’eccentricità del re non si fosse spinta oltre il ruolo che ricopriva, perché nella famiglia Wittelsbach, secoli di accoppiamenti tra consanguinei potevano avere generato una follia latente.
Elisabetta, nota come “Sissi”, sua cugina, imperatrice austriaca, a lui molto vicina, così sintetizzò il problema: “Non è abbastanza pazzo da essere chiuso in gabbia e, d’altra parte, è troppo anormale per potere intrattenere rapporti soddisfacenti con le persone sane di mente”.
Ludwig stesso si identificava nel soprannome che i sudditi gli avevano dato: “il re delle fiabe”.
Le suoi innamoramenti non conoscevano limiti, a danno del buon senso e delle finanze dello Stato.
Appena salito al trono divenne protettore e mecenate del compositore Richard Wagner, che grazie al suo patrocinio divenne ricchissimo, perché Ludwig soddisfò ogni suo capriccio, fino a che questa morbosa amicizia divenne un affare di Stato.
Wagner fu allontanato e la questione fu meramente economica, perché tra il re ed il compositore, che era l’amante della moglie del suo direttore d’orchestra, non vi fu mai alcun rapporto sessuale.
Questo allontanamento, evidentemente Wagner esercitava su di lui un fortissimo potere psicologico, gettò Ludwig in una profonda depressione, che lo portò ad abbandonarsi ad ancora maggiori stravaganze.
Da questo periodo, Ludwig cominciò a ripetere: “Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri”.
Fece di tutto per riuscirci e scontentare i suoi ministri, che convocava nei luoghi più sperduti: immaginava di instaurare un potere assoluto e di spostare la corte alle isole Canarie; si rifiutava di partecipare alle cerimonie ufficiali ed alla vita pubblica.
Ludwig cominciò a vivere nel modo contrario alle consuetudini: viveva di notte; si alzava al tramonto per la colazione e pranzava a mezzanotte; si abbuffava di dolci ed era sempre più dipendente dagli effetti dell’alcol e di altre bevande.
La sua bevanda preferita era un cocktail di Champagne e vino del Reno, ornato di petali di fiori galleggianti.
Nel cuore della notte chiedeva la carrozza o la slitta per lunghe escursioni nei boschi, poi magari, si fermava a far festa nel casolare di qualche boscaiolo.
A Ludwig le donne non interessavano ed il suo unico tentativo di fidanzamento con Sofia di Baviera, sua cugina e sorella di Sissi, fu di breve durata e finì disastrosamente.
Ludwig amava gli uomini, seduceva giovani scudieri, camerieri e giovani soldati, ma era tormentato dalla sua omosessualità ed era la più grande tragedia della sua vita privata.
Gli scrupoli religiosi ed il bigottismo dell’epoca non riuscirono a moderare il temperamento erotico del Re, che appena si invaghiva di qualcuno diventava incontrollabile.
Il favorito di turno veniva sommerso da costosi regali e da cariche onorifiche.
Pochi si sottraevano alle pulsioni regali e quelli che resistevano venivano sottomessi con la forza.
Leopold von Sacher-Masoch (il padre del masochismo) aveva una predilezione per il sovrano bavarese e lo considerava sua anima gemella.
Ludwig era capriccioso e si stancava in fretta, così l’idillio finiva spesso senza alcun avviso.
I due amanti più importanti furono l’attore ungherese Josef Kainz ed il capo stalliere Richard Hormig.
Le fantasie di Ludwig riguardavano anche castelli e palazzi; nel 1869 cominciò la costruzione del castello di Neuschwanstein, a cui si ispirerà la Disney per quello della “Bella addormentata nel bosco”.
Celebre è anche la realizzazione del palazzo di Linderhof, in stile neo-rococò con bellissimi giardini, qui Ludwig amava venissero allestite opere liriche e spettacoli teatrali esclusivamente riservati a lui.
L’opera più maestosa fu il castello di Herrenchiemsee, che nei sogni del re avrebbe dovuto superare la reggia di Versailles.
Naturalmente, tutti questi luoghi servivano da palcoscenico per i corteggiamenti, di cui quello a Josef Kainz è certamente tra i più suggestivi.
Josef Kainz venne condotto a Linderhof con la carrozza reale e poi accompagnato da un domestico in una lunga passeggiata notturna fino ad un enorme macigno.
Il sasso si spalancò e mostrò all’ospite il fantastico mondo del re, la cosiddetta “Grotta di Venere”.
Ludwig era in attesa dell’amato ai bordi del laghetto artificiale, dove su una tavola di corallo e conchiglie era imbandita una sontuosa cena per due.
Luci intermittenti rosse e blu, alimentate dall’energia elettrica fornita dalla prima centrale elettrica della Baviera, illuminavano la scena.
Con il trascorrere degli anni, Ludwig era sempre più un enorme ed insostenibile costo le casse dello Stato e superati i 40 anni era diventato una mostruosa caricatura di se stesso.
Lo splendido Adone che era salito al trono era diventato un misantropo grasso e gonfio, che si celava agli sguardi indagatori della sua corte e dei suoi sudditi rinchiudendosi in un succedersi di castelli sempre più fantastici e con deliri sempre più strani: a pranzo era sempre solo, ma faceva apparecchiare per più persone perché sosteneva di attendere l’arrivo di Luigi XIV, Maria Antonietta o Madame de Pompadour (personaggi morti secoli prima).
Ludwig era ormai il “re pazzo” e l’8 giugno 1886 fu dichiarato malato di mente ed arrestato.
Il 12 giugno venne portato nel castello prigione di Berg sul lago di Starnberg; il 13 giugno il re chiese di fare una passeggiata al lago con uno degli psichiatri e fu la fine.
I loro corpi furono trovati annegati; la morte di Ludwig fu classificata come suicidio per annegamento, nel quale avrebbe coinvolto il medico che cercava di impedirlo.
I dubbi e gli interessi su quella morte sono e rimangono tanti.
In suo ricordo, l’amata cugina Sissi disse:”Il re non era matto; era solo un eccentrico che viveva in un mondo di sogni”.
Oggi, gli sprechi enormi di denaro per la costruzione di fantastici castelli si sono trasformati in preziose icone del turismo bavarese e costituiscono una fonte di entrate per le casse dello Stato.