Cronaca

Non chiamatele Bestie

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Gli animali non fanno queste cose

La notizia dello stupro, avvenuta nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 agosto a Miramare di Rimini, è rimbalzata su tutti i media nazionali ed esteri, come un fatto singolo, ma in realtà gli stupri sono stati due.
La notizia è stata data con grande enfasi per il crimine consumato verso due turisti polacchi ed in tono molto minore per quanto riguarda la trans di origine peruviana che ha subito lo stesso trattamento.
Sono sottili giochi psicologici quelli che coinvolgono la comunicazione, dai quali si coglie un enorme giusto sdegno per quanto patito dalla coppia polacca ed un minor interesse verso il destino della trans.
Minuziosi particolari emergono sulla vicenda della coppia, quasi nulla sulla trans.
Si cita l’intervento del console polacco e la sua visita in ospedale, mentre di un diplomatico peruviano non è dato sapere se sia intervenuto o meno.
Lo stupro subito dalla trans appare quasi un danno collaterale al maggior danno che invece interessa il grande pubblico e le istituzioni, che hanno visitato i giovani polacchi e nulla dicono in merito alla giovane peruviana.
Ora le “lacrime istituzionali” scendono copiose e per il comune di Rimini si tratta di “un terribile episodio” che “ci sconvolge per la sua brutalità e bestialità”.
Si parla di “un episodio” e non dei due episodi, ed ancora con luoghi e termini comuni, che ignorano come le bestie non fanno queste cose, perché gli animali agiscono solo per necessità e non per procurarsi il piacere attraverso l’altrui dolore.
In verità, dietro questa ipocrisia si coprono le enormi responsabilità che gravano in tema di sicurezza e di controlli; infatti nel riminese, negli ultimi due anni sono stati diversi gli episodi simili accaduti.
Eppure, ci sono divieti di accesso alla spiaggia dalle ore una di notte alle cinque del mattino; la statale è luogo di prostituzione; gli spacciatori magrebini, e non, circolano indisturbati in ogni dove; senza una prevenzione efficace ed un controllo puntuale.
A fatti avvenuti, il comune tuona che si costituirà parte civile verso i responsabili, che si teme possano essere clandestini su cui mai nessuno ha cercato di fare un controllo, perché anche qui l’accoglienza non è tale, ma un semplice spalancare i cancelli.
Le premesse ai fatti sono arcinote a tutti ed ora nel teatrino delle parti si piange su quanto è accaduto.

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