Le coppie famose
MOHAMMAD REZA PAHLAVI nasce il 26 ottobre 1919 a Teheran, capitale della Persia, l’attuale Iran, primogenito di Reza Pahlavi e della sua seconda moglie, Tadj al-Molouk. Mohammad sarò l’ultimo re della più antica monarchia del mondo, quella dell’impero persiano.
FARAH DIBA nasce il 14 ottobre 1938 a Teheran in Iran, unica figlia di un funzionario imperiale alla corte dei Pahlavi, rimase orfana del padre ad appena 10 anni.
Insieme, formano una coppia astrologica SCORPIONE/BILANCIA.
La loro storia è dominata dal destino e come dice Proust : “il caso ha una gran parte in molte cose”.
Per caso Reza Pahlavi incontra per la prima volta Farah Diba a Parigi; per caso lei conosce la figlia di lui Shahnaz, sua coetanea; per caso si trova a casa dall’amica principessa, quando arriva il padre e nuovamente Farah Diba rivede Mohammad.
I loro incontri sono messi sulla strada dal destino come tappe obbligate a cambiare radicalmente le vite di coloro cui toccano in sorte.
Farah Diba dirà di Mohammad:”Era l’uomo dei miei sogni, fin da quando avevo 14 anni e le treccine sulle spalle. Innamorata, molto più di lui ero io: innamoratissima”.
Così, quando all’inizio di settembre del 1959, Reza Pahlavi le disse :”Sono innamorato di lei, Farah: vuole diventare mia moglie?”, la ventunenne studentessa coronò un sogno d’amore che aveva fin da bambina.
In quell’occasione, Farah ammutolisce ed il si arriva con un pianto dirotto.
Farah ricorderà che, nel 1958 quando incontrò Reza, per la prima volta a Parigi, lei ha 20 anni e lui 39 anni, pensò:”E’ il più bello, il più forte, il più affascinante uomo che una ragazza possa sognare”.
I due hanno molte passioni in comune: il nuoto, l’equitazione, il tennis e la pallacanestro; tutto è già scritto nel destino ed avviene.
Il 21 dicembre 1959, il matrimonio viene celebrato in pompa magna e la studentessa di architettura diventa l’imperatrice dei persiani.
L’abito da sposa è confezionato dalla maison Dior, ma il disegno è di Yves Saint Laurent, che panneggia il vestito con una nuvola bianca ricoperta di diamanti.
Di quel giorno, Farah Diba ricorderà:”L’officiante mi chiese se desideravo divenire la sposa di Sua maestà imperiale. In quel momento diventavo la nuova imperatrice di Persia”.
Per Reza Pahlavi è il terzo matrimonio, dopo quello con Fawzia, sorella del re d’Egitto, e Soraya, figlia di un nobile persiano e di una tedesca di origini russe.
Entrambe le prime mogli sono bellissime; Soraya è addirittura paragonata ad Ava Gardner, che all’epoca era considerata la donna più bella del mondo.
Entrambe, però, non gli danno l’atteso figlio maschio, l’erede al trono .
Reza è innamoratissimo di Soraya; non vorrebbe lasciarla e pensa di abdicare in favore del fratello Alì, che però muore in un incidente aereo, così il 6 aprile 1958 arriva il secondo divorzio.
Prima dell’incontro con Farah Diba, Reza Pahlavi aveva tentato di fidanzarsi con Maria Gabriella di Savoia, la cosa era andata nel nulla anche per l’intervento del Vaticano, fortemente contrario verso le nozze di lei (cristiana) con un mussulmano.
Quindi, il destino ha liberato la strada da ogni ostacolo verso Farah Diba, inizia la sua favola, che è anche un incubo, perché deve dare a Reza l’erede al trono.
Dopo due mesi dalle nozze è incinta, ma non basta a darle sollievo perché il nascituro deve essere maschio.
Allora non c’erano strumenti medici per stabilire il sesso della creatura che portava in grembo e l’apprensione termina solo il 30 ottobre 1960, quando Farah dà alla luce Reza Ciro.
Finalmente il re ha un successore, ma è inutile, perché il destino non gli riserverà il trono.
L’ottima politica estera dello Scià, che gli consente di avere l’amicizia con Stati Uniti ed Unione Sovietica, con Israele e gli altri paesi arabi, non corrisponde ad una altrettanto felice politica interna.
Le riforme avviate dal re non ottengono i risultati sperati; l’industria petrolifera è sempre sotto il controllo britannico; le altre industrie non sfondano sul mercato; l’agricoltura modernizzata e fortemente meccanizzata, produce poco benessere e grande disoccupazione.
Contemporaneamente ogni dissenso è stroncato dalla terribile polizia segreta Savak.
Reza Pahlavi è ormai inviso sia a destra, sia a sinistra, ed ovviamente per motivi opposti.
Gli imam sono apertamente contrari al regime ed attaccano la monarchia per i suoi privilegi.
Nel 1964, il capo dei religiosi mussulmani dissenzienti, l’ayatollah Khomeini, viene mandato in esilio e da lì i suoi proclami diventano sempre più incessanti.
La vita continua a corte con i suoi sfarzi, anche se alcune stagioni di carestia mettono alla fame il popolo.
Questa situazione, viene percepita all’estero in modo distorto, perché Reza Pahlavi si presenta al mondo come sovrano illuminato, sapendo gestire la propria immagine in modo efficace.
L’imperatrice Farah Diba, con la sua bellezza ed i gioielli che sfoggia nelle occasioni ufficiali, contribuisce a rendere più verosimile e gradevole questa grande finzione.
Inoltre, i due regnanti hanno creato una famiglia magnifica: dopo la nascita di Ciro, Farah Diba ha dato a Mohammad altri tre figli, due maschi ed una femmina; con loro si fanno fotografare spesso nelle località più esclusive del mondo, trasmettendo l’immagine di un paese felice, ma non è così.
Farah Diba si presenta come la madrina della rinascita culturale del paese e promuove importanti iniziative; tutto è finalizzato all’autocelebrazione della monarchia, che siede sul “trono del pavone”, così è chiamato il trono degli imperatori Moghul, di origine indiana, perché il suo schienale è decorato con tre giganteschi pavoni.
Il culmine di questa politica è raggiunto nel 1971, quando si celebra a Persepoli, l’antica capitale, tra sfarzi costosissimi, i 2.500 anni dell’impero persiano, a cui partecipano tutti i grandi della terra, mentre il popolo è nella miseria più nera.
Reza Pahlavi e Farah Diba perdono ogni contatto con il loro popolo e le manifestazioni di dissenso, guidate dalle autorità religiose mussulmane, diventano sempre più forti.
Nel 1978, la rivolta è incontenibile e la sanguinosa repressione inutile; il 16 gennaio Reza Pahlavi è costretto a lasciare il paese insieme alla famiglia.
Farah Diba segue il marito in esilio, dove in Egitto, il 27 luglio 1980 Reza Pahlavi muore di cancro.
Nel 2003 l’ex imperatrice si trasferisce negli Stati Uniti dove, sempre opponendosi all’attuale governo iraniano, scriverà nelle sue memorie:”Ci sarà anche per Ciro una bella favola in Iran, ne sono certa. E spero tanto di esserci anch’io, quando lui ritornerà sul trono che fu di suo padre”.
Intanto, la quasi ottantenne Farah è sopravvissuta anche alla morte di due dei suoi quattro figli.
Leila, l’ultimogenita, bella, laureata, con una vita apparentemente invidiabile, ma affetta da depressione ed anoressia nervosa, viene trovata, il 10 giugno 2001, morta in un albergo di Londra, probabilmente suicida, uccisa da una dose letale di barbiturici.
Alì Reza, il 4 gennaio 2011, si toglie la vita nella sua casa di Boston, sparandosi un colpo di rivoltella.
La maledizione del pavone, qualcuno dirà; il destino, altri diranno; eppure la vita di Farah Diba era iniziata come una bellissima fiaba …