Le coppie Famose
Leonilde Iotti detta Nilde, nasce a Reggio Emilia il 10 aprile 1920. Figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, che la lasciò orfana ad appena 14 anni.
Palmiro Togliatti detto “Il Migliore”, nasce a Genova il 26 marzo 1893. Figlio di una modesta famiglia di impiegati di origini piemontesi, di grande fede religiosa, frequentò il seminario, ma al momento di prendere i voti si ritirò.
I due formeranno una coppia astrologica ARIETE/ARIETE.
La prima volta che si videro nel 1946, è descritta dalla stessa Iotti: “Nessuno ci aveva presentati ed io mi sentivo intimorita. Ci ritrovammo alla riunione del gruppo comunista, prima delle elezioni del capo provvisorio dello Stato. Togliatti, a dibattito concluso, cominciò a dire che, nei limiti del possibile, occorreva che tutti i compagni, che si presentavano un po’ trascurati, un po’ troppo abbigliati da ex rivoluzionari, cercassero di vestire correttamente. Lui lo disse. Poi indicò me: “La compagna con l’abito blu ed il colletto bianco” disse. “Prendete esempio da lei”. Io arrossii. Odiandomi per il rossore”.
Nilde iotti aveva 26 anni e lui 53 ed era il capo indiscusso dei comunisti italiani.
A dividerli non solo l’età, ma anche una esperienza di vita; Togliatti è sposato dal 1924 con Rita Montagnana, anche lei comunista, anche lei eletta alla Costituente, da cui, nel 1925 ha avuto un figlio di nome Aldo.
Gli amici collocano la data del colpo di fulmine al 30 luglio 1946, quando scendendo le scale di Montecitorio, dove entrambi erano Deputati, Palmiro accarezza i capelli di Nilde e si rivela.
All’inizio è una relazione molto culturale, poi la mente tocca la carne e si fa completa.
Dall’interno del partito nascono gli attacchi peggiori alla relazione, perché la moglie di Togliatti ha un grosso peso politico e malgrado lo spirito progressista della sinistra, essa cela un forte moralismo.
Ben presto, Togliatti lascia la moglie ed il figlio, allora poco più che ventenne e già affetto dalla malattia neurologica che, anni dopo, lo porterà in un ospedale psichiatrico.
Palmiro e Nilde sanno di andare controcorrente, ma il peso della decisione lo porterà tutto lei, che scrive: ”Mi sento di lottare con le unghie e con i denti per difendere un sentimento che è mio e solo mio”.
Togliatti le risponde: ”Quanto ho fatto verso di te e con te non è mai stata un’intenzione frivola. Ho seguito un impulso più forte della mia volontà”.
Per lui, colto intellettuale in età matura, quella relazione è “ come una striscia di sole in una stanza buia” e questa definizione che gli appartiene in prima persona, rivela che grazie all’amore per Nilde, vede il mondo in modo diverso.
I due amanti clandestini vivono mesi di attesa e trepidazione scambiandosi lettere appassionate, ma ancora piene di dubbi e timori.
In quel periodo la loro relazione viene spiata dai vertici del partito, che mettono delle microspie nella stanza della sede del partito, dove erano soliti incontrarsi.
Togliatti è innamoratissimo e le scrive: ”Tu mi hai dato ciò che nessuna donna mi ha dato. Ho abbandonato me stesso a te, come mai avrei pensato che avrei potuto fare. Forse era stata troppo forte la tensione di questi due anni e irresistibile il richiamo che da me stesso veniva. Ma forse è vera la cosa più semplice di tutte: che ti voglio bene. Senza di te non so pensare la mia vita”. Ed ancora: ”Non sai tu quante immagini di donne ho respinto dal mio cuore”.
La chiama affettuosamente Nina ed addirittura le racconta di essere fuggito, una volta, in montagna, per resistere alla seduzione di una compagna, quasi come un eremita medioevale.
L’episodio da l’idea di un certo sentimento dell’epoca, condiviso sia da parte cattolica, sia da parte comunista, che la donna è sempre tentatrice.
Inoltre, va ricordato che non esisteva il divorzio ed il concubinato era considerato un reato.
Infatti, il partito è in rivolta, più che a Palmiro, l’ostilità aperta e dichiarata è rivolta a Nilde, considerata la colpevole.
Un episodio la dice lunga su quei sentimenti: un giorno in cui il segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, è in visita al sindaco comunista di Reggio Emilia e Nilde Iotti si presenta insieme a lui, la moglie del primo cittadino la accoglie scacciandola: “Te va via, bindèla (espressione dispregiativa che in dialetto significa straccetto e rivolta ad una persona ne indica la scarsa moralità)”.
C’è poi il rancore della moglie, che la Iotti deve incontrare come collega di partito e deputata, di cui dirà:” il suo sguardo era duro, pieno di rancore ed odio, appena filtrato dalle palpebre socchiuse”.
In questo clima, Nilde scrive a Palmiro:” Ho timore di tornare a vedere il tuo viso, di incontrare il tuo sguardo. Forse tu vorrai dirmi, anche senza parole, che non si può continuare, che bisogna troncare tutto? Non posso pensarci”.
Quando nel 1947, lui smette di rispondere alle sue lettere, perché in casa ammalato ed accudito dalla moglie, lei gli scrive:”Sono certa che guariresti prima se potessi curarti io” e successivamente rivela un desiderio di maternità con la seguente frase:”Vorrei davvero che qualcosa di te restasse in me, forse allora capiresti ciò che sei per me”.
Ma lo scandalo a quel punto sarebbe veramente eccessivo ed il medico personale di Togliatti ricorda:”non potevo accettare che andassero ad amoreggiare in macchina lungo qualche viale come due studenti ai primi incontri”; così, clandestinamente, viene preparato l’appartamento all’ultimo piano al palazzo di Botteghe Oscure, sede del partito, dove Nilde e Palmiro possono incontrarsi con regolarità al riparo di occhi indiscreti: ufficialmente ancora il mondo sa ma finge di non sapere.
L’ufficialità della loro relazione diventa inderogabile in occasione dell’attentato a Togliatti , il 14 luglio 1948, quando il capo dei comunisti italiani viene colpito da tre colpi di pistola, sparati da uno studente anticomunista.
Nilde è accanto a lui e quando qualcuno tenta di allontanarla, Luigi Longo, dirigente di primissimo piano del PCI, grida:”Ma è la compagna di Togliatti!” e dal pericolo di morte del capo si disvela la scomoda verità.
Quando Togliatti guarisce, ritiene giunto il momento di legalizzare la sua relazione con Nilde, ma in Italia non esiste ancora la legge sul divorzio ed i due convivono semplicemente alla luce del sole.
Nilde ha un forte desiderio di maternità, ma la natura nega loro questa soddisfazione ed allora ottengono , nel 1950, congiuntamente, l’affiliazione di una bambina, che li chiamerà sempre zii.
Togliatti muore nell’estate del 1964, colpito da ictus, mentre è in vacanza a Jalta (ex URSS) sul Mar Nero:
Naturalmente Nilde è con lui, Togliatti aveva 71 anni e lei 44 .
Togliatti è sepolto nel cimitero del Verano a Roma, dove la Iotti lo raggiungerà, dopo la morte avvenuta a Poli il 4 dicembre 1999.
Il loro amore ebbe una forte base ideologica e culturale, il partito li unì e a dispetto del partito si amarono.