Le case delle amanti Il piacere attraverso la storia

Le case delle amanti

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Un lussuoso appartamento in tutti i palazzi reali era uno tra i privilegi più ambiti concessi ad un’amante ufficiale, sebbene soltanto nel periodo in cui era in carica.
Questi appartamenti erano di solito collegati a quello del re da una scala o da una porta segreta. Le stanze di cui si poteva disporre nella reggia indicavano lo stato gerarchico dell’individuo ed erano il simbolo della sua posizione.
La residenza a corte era così importante che centinaia di famiglie aristocratiche cercavano di ottenere anche l’angusto spazio di una sola stanza. Questo pur di avere l’onore di alloggiare sotto il medesimo tetto del re. Nonostante la maggior parte dei cortigiani possedessero confortevoli dimore non lontano dai palazzi reali.
Il massimo per una donna era possedere un enorme appartamento nel quale ricevere le visite del re. Spesso poi l’amante aveva più stanze, meglio arredate, di quelle della regina.


Per fare un esempio, nel 1670, a Versailles Madame de Montespan aveva venti stanze, mentre la regina Maria Teresa ne occupava soltanto undici.


Louise de Kéroualle, amante di Carlo II d’Inghilterra, aveva un lussuoso appartamento, con un arredo così sfarzoso, che quello della regina al confronto appariva modesto.


L’appartamento a corte era altamente ambito ed era il primo beneficio che la favorita riceveva, ma era anche il primo che perdeva non appena cadeva in disgrazia.
Lasciare l’appartamento ricevuto era l’umiliazione più cocente appena si diventava una ex, anche perché chi la sostituiva vi faceva il suo ingresso trionfale.

Le case delle amanti: Louise de Kéroualle
Pertanto, era consigliabile che l’amante reale disponesse di tenute e proprietà varie lontano dal palazzo reale, per i momenti di esilio temporaneo o per quello definitivo.
Fattorie e tenute in campagna erano molto vantaggiose perché garantivano un considerevole reddito grazie agli affitti pagati da chi le gestiva ed alla vendita dei raccolti e dei vini che vi si producevano.


Carlo VII di Francia, attorno al 1440, donò ad Agnès Sorel parecchi castelli e varie residenze di campagna.


Il primo di questi doni fu il Chateau de Beautè, il Castello di Bellezza, da cui le derivò il soprannome con cui è passata alla storia: “Dame de Beautè”, mentre le altre proprietà le furono donate in occasione della nascita dei figli.

Le case delle amanti: chateau de beautè
Athénais de Montespan, non contenta dei lussuosi appartamenti che aveva in ciascuna delle residenze reali, pretese che Luigi XIV le costruisse un castello tutto suo.


Il re le aveva già acquistato una bella casa a Parigi, ma Athénais voleva anche una dimora in campagna , così Luigi le donò il castello di Clagny, la cui costruzione durò dieci anni e costò undici milioni di dollari attualizzando la cifra.

Le case delle amanti: castello di Clagny
Carlo II, nel 1668, regalò a Lady Barbara Castlemaine la bella Berkshire House.


Il regalo aveva il duplice scopo di mettere momentaneamente a tacere l’avidità dell’amante ed allontanare la sua burrascosa presenza da Whiterhall Palace.


Quando Lady Barbara si rese conto dell’enorme valore del terreno su cui sorgeva Berkshire House fece demolire la dimora. Poi vendette il legname e tutto il parco tranne una piccola parte della proprietà.

Le case delle amanti: Berkshine House
Qui si fece costruire una nuova casa in mattoni, ottenendo dall’operazione immobiliare un cospicuo profitto.

Le case delle amanti: Augusto di Sassonia
Augusto di Sassonia, re di Polonia, all’inizio del 1700 fece costruire un palazzo per la sua amante, Madame de Cosel.


Le due dimore estive di questa amante erano rivestite di freddo marmo. Mentre le due dimore invernali avevano rivestimenti in legno prezioso ed erano ornate di caldi tendaggi.


Madame de Pompadour, nei quasi vent’anni in cui fu l’amante ufficiale di Luigi XV, fu proprietaria di 17 tenute. Oltre alle numerose case che acquistò come investimento. Inoltre spese l’equivalente di milioni di dollari per abbellire e decorare queste dimore di campagna.
Singolarmente ricco è l’inventario di una sola di queste dimore: 112 paia di lenzuola, 160 tovaglie, 1.600 tovaglioli e 388 grembiuli da cucina. Da aggiungere inoltre le spese della legna per i caminetti, le candele ed i generi alimentari erano cifre enormi.
Tuttavia, le tenute non erano soltanto fonte di spesa, perché rendevano bene in termini di affitti e di vendita dei prodotti agricoli. Inoltre, molte di esse furono vendute con notevoli ricavi immobiliari. A differenza dei gioielli, le proprietà immobiliari non potevano essere nascoste nel corpetto e fatte sparire.


Pietro il Grande, zar di tutte le Russie, donò alla sua amante, Anna Mons, 295 fattorie ed una casa nelle vicinanze di Mosca, ma le vennero immediatamente tolte appena lui seppe della sua infedeltà.

Le case delle amanti: Anna Mons
Wilhelmine Rietz, amante del principe ereditario per vent’anni, perse la casa che era stata donata.


Infatti, nel 1775, Federico il Grande era seriamente preoccupato per le cifre spese a Berlino dal nipote ed erede, Federico Guglielmo.

Le case delle amanti: Federico il Grande
Pertanto, sperando che a lungo andare avrebbe risparmiato, il re aveva dato al nipote 20.000 talleri per acquistare una tenuta di campagna in cui alloggiare insieme all’amante.
Tuttavia, nel 1797, dopo la morte di Federico Guglielmo, il nuovo re sfrattò Wilhelmine e si presa casa e tenuta.
Anche i re, a volte, non hanno comportamenti da gran signori!

Le case delle amanti: Federico Guglielmo

Oltre alle case delle amanti, leggi altre curiosità e misteri nella rubrica Il Piacere Attraverso la Storia.

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