Il piacere attraverso la storia

Le amanti di Papi e Cardinali

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Oggi i papi abitano in Vaticano o nella residenza estiva di Castel Gandolfo, ma nel Rinascimento i pontefici si spostavano spesso in vari palazzi.
Nel ‘500 il Vaticano ed il quartiere Borgo furono trasformati in una cittadella fortificata destinata ad ospitare la Curia e dal ‘600 il palazzo del Quirinale divenne la residenza privata del papa.
Nel Vaticano si svolgeva la vita pubblica dei papi, la loro elezione e le attività politiche.
I cardinali vivevano in sontuose dimore a Roma o nei dintorni, come la Villa d’Este a Tivoli o le residenze dei Farnese, ma dopo notti di banchetti ed ubriacature, i cardinali potevano essere costretti a restare per la notte negli appartamenti papali, dove non mancavano mai le cortigiane o curiales.
Il denaro per saziare l’irrefrenabile lussuria della corte veniva dalle ricche famiglie dei papi e dei cardinali: Della Rovere, Borgia, Farnese, Medici, Sforza, Este, per citarne alcune, ma per vivere nello sfrenato lusso dell’epoca questo non bastava mai.
Allora, arrivavano altre entrate attraverso le commende, che consentivano di attribuire rendite ecclesiastiche vacanti, dissociandole dalle funzioni religiose cui erano collegate, per cui i cardinali accumulavano i profitti di decine di abbazie, chiese, santuari, di vescovati e di priorati.
Così, senza fare niente, nelle loro casse entravano ogni anno fiumi di denaro.
Poi, la Curia romana guadagnava enormi cifre con la vendita di cariche ecclesiastiche e di indulgenze.
Con queste entrate, pontefici e cardinali del rinascimento si permettevano schiere di cortigiane, che non cessarono di mantenere neppure dopo l’avvento della rivoluzione protestante di Lutero.
Vediamo ora, le più famose.

BEATRICE FERRARESE

Fu una delle più note cortigiane romane; concubina di cardinali e banchieri, come Lorenzo Il Magnifico ed Agostino Chigi.
Accumulò immense ricchezze in case e gioielli e si fece fare una carrozza d’oro.
Durante il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi nel 1527, fu violentata e derubata.
A seguito dello stupro contrasse la sifilide e morì in miseria.

LUCREZIA PORZIA

La chiamavano “Matrema non vole” (in romanesco “Mia madre non vuole”), perché questa era la risposta che Lucrezia dava se il corteggiamento non era gradito o voleva farsi desiderare.
Naturalmente il parere della “mamma” poteva cambiare se arrivavano i regali “giusti”, ovvero costosi.
La donna aveva un carattere forte, deciso e beffardo, perché non esitava a deridere chi non le aggradava o si dimostrava ignorante alla sua presenza; da popolana analfabeta si era acculturata, imparando a leggere e scrivere e da quando si era istruita odiava l’ignoranza.

IMPERIA CORGNATI

In realtà si chiamava Lucrezia, ma la sua bellezza era tale da essere degna di un imperatore, così cominciarono a chiamarla “Imperia”, la divina bellezza fatta donna.
Era figlia di un cerimoniere del papa; la sua casa era più simile ad un circolo di intellettuali e non pareva certamente un bordello.
Lucrezia era ambita non solo per la sua bellezza, ma anche per le qualità intellettuali e culturali.
Lei si innamorò del banchiere senese Agostino Chigi, che contraccambiò il suo amore, il quale ad un certo punto della relazione la lasciò per una amante più giovane, che voleva sposare.
La bella Imperia non resse la delusione; cadde in depressione e nel 1512 si suicidò.

FIAMMETTA MICHAELIS

Una piazza di Roma porta il suo nome, perché lì c’era il suo sontuoso palazzo.
Fu una preferita di Cesare Borgia, che le faceva visita in abito cardinalizio e spada.
Prima di lui aveva avuto una relazione con il cardinale Jacopo Ammannati, che alla sua morte le lascio una enorme eredità in case e terreni, anche se parte di questa fu trattenuta dalla Chiesa.

TULLIA D’ARAGONA

Sua madre, la ferrarese Giulia Campana, era una cortigiana che insegnò la professione alla figlia.
Il padre di Tullia era incerto, ma la stessa rivendicava la paternità del cardinale Luigi d’Aragona.
Tullia era una prostituta, ma anche una poetessa raffinata, con adulatori molto importanti.
La sua vita non fu facile, avendo compromesso la propria immagine con personaggi di basso livello, che però pagarono una fortuna per i suoi amplessi.
Questo la portò a dover lasciare Roma, perché i clienti di alto rango le vennero a mancare, e dovette vagare attraverso numerose città italiane, morendo in miseria nel 1556.
L’elenco di donne importanti, o “femmine fatali”, non finisce certamente qui, perché le donne nella “storia dimenticata della Chiesa” furono veramente tante: da Maria detta Marozia dei Teofilati ad Olimpia Maidachini; da Filide ad Anna Bianchini detta Annuccia.
Infine, permane il mistero del ruolo di Maria Maddalena al fianco di Gesù: prostituta, moglie, amante o addirittura apostolo ? per finire Santa !

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