Storia Erotica: La vendetta dolce di Daniela Storie erotiche

La dolce vendetta di Daniela

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Ho sempre trovato il proverbio secondo il quale il primo amore non si scorda mai abbastanza stupido e fondamentalmente falso, però l’episodio accadutomi lo scorso mese mi ha fatto ricredere. Inoltre, per citare un’altra frase fatta, ho potuto constatare che la più dolce vendetta è quella gustata a sangue freddo.
Verso la fine di agosto, infatti, mi contattò un certo Marco, mediante il mio sito web, chiedendomi di ricevere qualche lezione della materia per la quale ho raggiunto una certa fama nel nord Italia: il BDSM.

Come spesso faccio, gli risposi chiedendogli qualche informazione personale e una foto. Questo per avere un’idea più precisa su chi ero in procinto di conoscere e per decidere se accettare la sua corte e utilizzare con lui frustino e corde d’ordinanza. Non mi sarei mai aspettata di trovarmi di fronte al mio primo fidanzato del liceo. Proprio quel ragazzo con cui, l’ultimo anno di scuola, persi la verginità e che tanto mi ha fece soffrire all’epoca.

Storia Erotica: La dolce vendetta di Daniela
Zampe di gallina e qualche capello bianco a parte, non era cambiato di una virgola, conservando quel fascino dai tratti duri che aveva da giovane. Dopo un primo momento di panico, mi venne un impercettibile sorriso a fior di labbra: avevo già inconsciamente capito che quella situazione avrebbe potuto rivelarsi un’ottimo modo per fargli pagare le mie umiliazioni passate. Insomma era ora della mia vendetta!

Anche se sono passati tredici anni, ricordo come se fosse ieri quanto fossi innamorata di lui. Così come ricordo quando, dopo settimane in cui non faceva che assillarmi per fare sesso per la prima volta. Alla fine cedetti, concedendomi sul sedile posteriore della sua utilitaria tutta scassata per quella che fu un’esperienza tutt’altro che memorabile.
Ma la cosa che mi fece davvero male fu il fatto che il giorno dopo mi lasciò senza un motivo. Mi mise poi in circolo tutti i particolari più privati del nostro incontro e additandomi come una ragazza facile, cosa che ai tempi non ero minimamente.

Non sono più quella di una volta! Gli anni mi hanno donato una sicurezza che prima non possedevo. La palestra inoltre, che iniziai qualche mese dopo essere stata lasciata, mi ha trasformato da ragazza un po’ flaccida e senza curve a donna vera, dal fisico sodo e dai modi schietti.
Assieme all’attività fisica, esplorai con maggiore disinibizione anche la mia sessualità. Mi scoprii infatti una mistress in grado di dominare qualsiasi tipo di uomo e di diventare la sua padrona.
Era arrivato il momento di prendermi la mia vendetta su Marco. Forte del fatto che mai mi avrebbe riconosciuto, così gli diedi direttamente appuntamento in una stanza d’albergo che frequento quando decido di divertirmi per qualche ora.

Arrivata un po’ prima dell’incontro, salii in camera e mi preparai a riceverlo come si merita. Sistemai a lato del letto tutti i sex toys che solitamente uso, compreso un grosso vibratore che mi ero comprata per la mia vendetta.
Indossata della biancheria in latex e la mia piccola maschera che metto sempre quando mi trasformo in Morgana. Divenni un’altra persona: non ero più la riservata Daniela, ma una creatura che mette in soggezione uomini e donne, che farebbero di tutto per accontentami.
Marco si presentò in anticipo. Evidentemente non vedeva l’ora di sottomettersi alla sua nuova padrona; era la sua prima volta e, sebbene desideroso di provare, era un po’ in imbarazzo. Caratterialmente, era uguale a come me lo ricordavo, sebbene sembrasse ugualmente immaturo e non mi facesse più soggezione come un tempo.

Storia Erotica: La dolce vendetta di Daniela
Come previsto, non mi riconobbe e la cosa mi diede ancora più la carica per dare il meglio di me. Nel giro di un minuto scarso era disteso per terra, con il tacco del mio stivaletto destro in pelle nera piantato in mezzo al petto. Io intanto, osservandolo dall’alto in basso, mi gustai una sigaretta, non mancando di farne cadere la cenere sul suo volto.
Finito lentamente di fumare, lo presi per la cravatta e, con lui ancora carponi, lo condussi verso la ciotola, che avevo preparato amorevolmente prima che arrivasse; lui bevve ubbidiente, prima di osare rivolgermi la parola.

A quel punto lo fermai con un solo dito e gli ordinai di chiamarmi padrona e di spogliarsi completamente. Gli feci indossare un perizoma che gli metteva in risalto il suo pene. Per la verità più grosso di quanto mi ricordassi.
Come ricompensa per essere stato così bravo, avvicinai i miei seni alla sua bocca, fremente di desiderio, per poi spostarmi all’ultimo e mettergli a disposizione solamente il mio sedere, che si mise a leccare con adorazione.

Nel frattempo estrassi un piccolo gatto a nove code e, mettendolo di spalle, presi a frustarlo con veemenza. Notai che Marco iniziava a toccarsi con frenesia: non gliela feci passare liscia. Non lo avevo spinto a masturbarsi, ora doveva essere punito sul serio: tirai fuori dal borsone la paletta per spanking e, a furia di sculacciarlo, gli arrossai tutto il suo bel sedere sodo.
Era giunto il momento di farmi godere, quindi lo feci stendere sul letto a faccia in su e, scostandomi la lingerie a lato, mi sedetti sul suo viso. Lo costrinsi a darmi piacere con la bocca mentre io, generosamente, presi in mano la sua verga e gliela massaggiai tenendola tra indice e pollice, quasi lo stessi facendo con schifo e umiliandolo così ancora di più.

Il bello della mia vendetta, però, doveva ancora venire! Alzatami, gli passai una ball gag, che lui indossò senza esitazioni. Era ormai al massimo dell’eccitazione, quindi lo legai mani e piedi con delle robuste cinghie, lasciandolo immobilizzato sul letto.  Gli coprii anche gli occhi con delle bende per bondage.
Così conciato, non vide quando estrassi da sotto il letto uno strap on e che, montatogli sopra il dildo nuovo di zecca, mi avvicinai alle sue natiche, ancora tutte rosse.

Storia Erotica: La dolce vendetta di Daniela
Una rapida leccata al suo deretano fu l’ultima cortesia che gli riservai, prima di infilargli all’improvviso il fallo dentro e facendomi scappare un gemito di gioia proprio mentre lui emise un piccolo grido, a metà tra il dolore e il piacere.
Mentre lo penetravo di buona lena, non lesinai qualche sonora frustata ogni volta che il mio schiavo faceva più rumore di quanto io non volessi. Questo fino a quando, grazie al piccolo vibratore interno dello strap on, non venni una prima volta.

Marco, che sulle prime era molto rigido e spaventato, iniziò a prenderci gusto. Allora decisi di dominarlo ancora di più e, continuando a scoparlo, gli passai un nastro attorno al collo, imbrigliandolo per bene. Solo allora, mentre stavo per raggiungere un altro orgasmo, presi anche a masturbarlo velocemente, fino a farlo venire copiosamente sulle lenzuola proprio mentre anche io raggiunsi nuovamente l’acme del piacere. Negli ultimi, concitati, colpi pelvici che gli infliggevo, mi raccomandai di essere più gentile con le ragazze e gli svelai, proprio mentre lui schizzò un ultimo getto, di essere quella Daniela che aveva umiliato tanti anni prima.

Così legato, rimase a prendere fiato qualche minuto, soddisfatto e al contempo stupito. Io intanto, con l’efficienza dovuta all’abitudine, in pochi attimi avevo raccolto tutto l’armamentario e mi preparai ad uscire, non prima di aver raccattato anche le bende con cui tenevo Marco. Lui, docile, si fece slegare e non si mosse, interdetto, fino a quando non fui fuori dalla camera.
Proprio ieri mi è arrivata una sua mail: mi vorrebbe rivedere: evidentemente, la mia vendetta non è piaciuta da morire solamente a me e Marco nasconde quel lato passivo e servile che tutti, alla fine dai conti, possiedono.

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