Proseguono le interviste del Piccole Magazine a chi sceglie di vivere la propria intimità in modo alternativo rispetto ai cosiddetti “canoni tradizionali”. Il piacere mentale e fisico possono avvenire, per diverse persone, attraverso un rapporto di D/s (dominazione/sottomissione) a un Master o una Mistress. Conosciamo oggi Paolo, 40 enne professore universitario di filosofia a Milano e schiavo collarizzato da Mistress FetishDea, che ci ha raccontato come vive queste sue inclinazioni.
Buongiorno Paolo, come hai conosciuto la tua attuale Mistress?
Ho incontrato Mistress FetishDea a una cena a casa di amici. Era un ambiente molto rilassato e tranquillo e abbiamo conversato amabilmente di filosofia e letteratura. Lei è una donna di una certa cultura e da lì è scattata la simpatia. Ci siamo piaciuti e ho capito che da parte sua c’era una natura dominante. Così, siamo rimasti in contatto e nel tempo, non solo ho avuto conferma della sua natura ma è iniziato il rapporto su basi diverse.
Paolo, tu quando hai capito di voler essere uno schiavo?
Non c’è stato un momento preciso. Non è una cosa oggettiva, dipende infatti molto dalle persone con cui interagisci; se, come nel mio caso, la Padrona è intelligente, cerebrale e di alto livello scatta un certo meccanismo. E’ tutto molto legato alle dinamiche e alla chimica con l’altra persona, è un rapporto molto personale e intimo. Comunque sono nel mondo Bdsm da 10 anni, circa.
Ricordi il tuo primo incontro con una Mistress?
La mia prima sessione non mi ha entusiasmato, era più una cosa istintiva, avrò avuto 30 anni. Ma non c’era un rapporto di intimità quindi non mi ha appagato.
Tu come vivi questa tua inclinazione da schiavo?
Serenamente, è un rapporto di condivisione che vivo senza imbarazzi o vergogna di sorta. Tengo a precisare però che tutto è legato fortemente alla capacità della Mistress di gestire questa situazione, che non è facile; bisogna esserci portate.
Che cosa cerchi in una Mistress?
Sensualità, intelligenza, deve suscitare fiducia e saper entrare nella mia mente. Quello con FetishDea, per dire, è un rapporto costruito nel tempo, nato da una scintilla. Attualmente sono fedele e felice di costruire e alimentare questo rapporto solo con lei, voglio investirci tempo e energie. Il mio rapporto con lei è molto forte e non sento il bisogno di rivolgermi ad altre Padrone.
Ci descriveresti che situazioni tipo ti capita di vivere con Mistress FetishDea?
Dunque, con lei non frequento feste pubbliche a tema. Succede però di andare in contesti pubblici normali e lì si può “giocare” in maniera molto sottile e raffinata, senza che nessuno si accorga di nulla. Possono innescarsi, talvolta, situazioni intriganti al limite, dove c’è quel sottile senso d’ansia che può diventare eccitazione.
Come dicevi molta della tua eccitazione scaturisce da un legame cerebrale.
Si, è quello che stuzzica la fantasia, oltre all’indubbia avvenenza della mia Mistress.
Che fantasie hai?
Parte tutto dal rapporto di fiducia instaurato: lei mi controlla la mente e il gioco è sempre molto psicologico e soft, possono avvenire anche cose un po’ umilianti a volte.
Per esempio, il feticismo del piede nel mio caso diventa una cosa estremamente umiliante perchè lei mi è entrata nella mente e mi fa adorare i suoi piedi, me lo impone proprio. L’eccitazione non è la cosa in se: è l’idea di fondo che una persona mi entri in testa e mi faccia fare cose che abitualmente non farei.
Invece, l’elemento di umiliazione è essere messi in una situazione degradante che ti rivela con le tue fragilità nel fare qualcosa di sgradevole, forzatamente.
Paolo, secondo te perchè tante persone si abbandonano al mondo bdsm?
Dipende dalla loro sensibilità, ci sono varie dimensioni e livelli. Ci sono molti motivi per cui si coltiva il lato bdsm: spesso dal lato delle Mistress è più per un fatto “commerciale”, mentre per altre è proprio uno stile di vita. Ci sono diverse sfumature, per certi schiavi è un momento di sfogo fisico, per altri mentale, per altri è un modo per rifuggire la realtà, non c’è una spiegazione unica.
E per te cosa significa?
Per me è un rapporto di fiducia molto forte, dove c’è un forte senso di intimità e si gioca a carte scoperte, si mostrano fragilità e debolezze. E’ un gioco che parte dalla testa dove non c’è vergogna a mostrarsi per come si è.
Hai mai avuto problemi a coniugare il tuo essere slave con l’amore?
La ricerca di questo mondo spesso è una conseguenza della difficoltà del rapporto con il genere femminile. Per quanto mi riguarda, il mio essere schiavo vive benissimo in parallelo ma non sacrifico nulla.
Sei sposato o fidanzato?
No, sono single per scelta però questo non ostacola i rapporti di tipo più “tradizionale” con altre donne. D’altra parte, penso sia difficile che una persona possa essere veramente aperta in tutte le sue dimensioni a 360 gradi con altre persone, anche se si tratta di rapporti che non hanno nulla a che fare con il sesso, ma solo d’amicizia. Se tutto è assolutamente trasparente non c’è più la gioia della scoperta.
Grazie Paolo. Infine, c’è un consiglio che vorresti dare a chi ha “paura” di far emergere la sua vera indole?
Darei prima un avvertimento: come in tutti i mondi c’è un aspetto un po’ commerciale che può essere legittimo ma è un po’ finto, anche perchè gli attori coinvolti spesso si spingono a fare questa cosa in modo meccanico e senza vero piacere.
Quindi, se uno vuole esplorare solo in modo meccanico il mondo bdsm ok, ma si possono facilmente creare illusioni e il rischio di rimanere scottati emozionalmente è alto.
Come suggerimento invece dico: esplorate in maniera intelligente, con prudenza e calma e cercate di capire le persone che vi stanno davanti e potrete cogliere certe sfumature che poi vi porteranno a trovare la persona giusta come è successo a me per Mistress FetishDea. E’ una ricerca piacevole, vivetela come tale.