Continuano le interviste di Piccole Magazine alle Mistress più famose d’Italia. Oggi vi presentiamo Padrona Rebecca, esotica bruna brasiliana di Bahia attualmente residente a Como.
Buonasera, siamo curiosi: come è avvenuto per Lei il contatto con la realtà bdsm?
Inizialmente facevo la escort, in Brasile. Ma dopo poco tempo ho capito che non faceva esattamente al caso mio, sono totalmente attiva e amo troppo dominare le altre persone, sentire che soffrono psicologicamente e fisicamente per me mi inebria. Ho quindi intrapreso un percorso diverso ed ho iniziato a informarmi il più possibile su questo mondo. Una vera mistress deve studiare.
E’ autoditatta dunque?
Assolutamente. Per un periodo sono andata a Lugano, in Svizzera, per apprendere i segreti del mestiere. Spesso mi reco a Zurigo, dove c’è tantissima richiesta di Padrone esperte, e ho avuto la possibilità di lavorare in uno studio bdsm super attrezzato, dove mi sono trovata benissimo. I clienti svizzeri sono precisi e molto esigenti. Ora vorrei andare a Dublino per frequentare un corso apposito che, alla sua fine, rilascia proprio l’attestato di Mistress: costa molto ma ne vale la pena.
Beh, mi sembra giusto, dopotutto è una professione a tutti gli effetti, meriterebbe il riconoscimento “accademico”.
Qua in Italia difficilissimo succeda (ride). Sono qui da 8 anni e le cose girano piuttosto bene, gli italiani amano farsi dominare! Non hai idea di quanti!
Qual’è il cliente tipo che La cerca?
Prevalentemente uomini tra i 40 e 60 anni, qualche coppia, pochissime donne, pochi giovani. Di solito sono persone benestanti che sanno come divertirsi.
E mi dica, come si svolge un incontro tipo con un cliente?
E’ fondamentale stabilire regole chiare e limiti di gioco che devono essere concordati prima di cominciare la sessione. Divido i clienti in due categorie: i neofiti e gli esperti: io preferisco i più anziani perchè sono decisi e sanno gia quello che vogliono. Bisogna parlare di quello che si vuole senza remore, non c’è da vergognarsi di nulla. Una cosa è sicura: agisco sempre in modo che il cliente poi torni perchè ha gradito il lavoro da me svolto.
Ci sono limiti nel bdsm?
(ci pensa un po’) Esistono i limiti che si pongono due persone durante il “rapporto”. Io vorrei essere ancora più perversa e spinta, ma purtroppo, quando arrivo a certi estremi, vedo che gli schiavi si ritraggono: i veri sottomessi al 100% sono pochissimi.
Di solito le persone che ti trovi davanti non sono pronte ad avere a che fare sul serio con una vera Mistress.
Lei si identifica decisamente in questo ruolo.
Si. E sono anche molto curiosa come persona ed ogni giorno mi piace scoprire cose nuove. Nel tempo mi sono proprio resa conto che preferisco questa pratica rispetto ad un rapporto normale. Nella vita privata sono così, autoritaria, forte, esigente.
Che attrezzi ti piace di più usare? Quali sono i più richiesti?
Pensa, ho una valigia di ben 32 kg piena di attrezzi adatti! Amo le fruste, ne ho 4 diverse, una per ogni esigenza, le manette, i falli anali, le pinze per i capezzoli, strap on. Mi chiedono tantissimo il fisting, il pissing, l’umiliazione. Mi rifiuto di usare aghi però, la salute va in primo piano e io mi tutelo molto: pratiche come cucire i capezzoli, l’ombelico o i testicoli mi infastidiscono e non le faccio.
Un giorno credi che smetterai questo lavoro e ti dedicherai ad altro?
Oltre che mistress sono truccatrice professionista: ho il diploma all’Accademia Nazionale di Teatro e Cinema di Bologna, lavoro spesso a Milano e Zurigo ma è un ambiente in cui è difficile riuscire a vivere dignitosamente. Quindi, per ora non ho intenzione di smettere la mia attività parallela di mistress: mi piace e mi permette di vivere bene. Ho scelto la mia vita e va bene così: se poi un giorno mi innamoro e questa nuova situazione dovesse darmi la sicurezza economica di cui ho bisogno, allora potrei cambiare.