Abbiamo incontrato Matteo Picasso, eclettico trentenne genovese, uno dei tre fondatori del concorso nazionale ANDROGYNOUS, rivolto alle drag queen che fanno parte del mondo androgino. Matteo Picasso ama fare lunghe camminate in mezzo alla natura, cucinare ed è attivista per i diritti LGBT e degli animali: insomma, un ragazzo d’oro: conosciamolo meglio.
Ciao Matteo Picasso, allora, sei inserito nel mondo dello spettacolo già da diversi anni…raccontaci meglio.
Ciao a tutti voi. Io nasco come organizzatore di eventi nel 2008, facevo serate in discoteca con drag queen e poi c’è stata un’evoluzione: dalle serate in disco con drag d’immagine, sono passato a fare serate in loali dove si poteva mettere in scena uno spettacolo drag vero e proprio. La mia passione per qusto mondo è nata da lì. Pensa che per gioco, per tre anni, ho fatto anche la drag!
Davvero? Raccontaci meglio!
La prima volta mi sono vestito da donna al carnevale di Viareggio, poi, nel 2013, ho visto la pubblicità di Miss Drag Queen Liguria e mi sono detto “perchè no?” e così, dopo 5 anni che organizzavo eventi, ho deciso di provarci.
Ho un background teatrale, ho fatto per 7 anni teatro e fare la drag mi mancava, da lì la decisione d’intraprendere quel percorso. Ormai non faccio più la drag da un paio di anni ma negli anni che l’ho fatto mi sono tolto le mie soddisfazioni, sono stati anni pieni. Ho vinto il titolo di Miss Drag Queen Liguria 2015, Drag Equal nel 2015 e il concorso Drag Factor Liguria 2015.
Insomma, direi che hai avuto ottimi risultati!
Ne sono contento e felice, sicuramente potevo dare molto di più ma ero veramente una “novizia”.
Poi da cosa nasce cosa: facendo la drag a una serata, nel 2014 mi è stato proposto di organizzare un concorso di bellezza per drag queen, ovvero “Miss 1, 2, 3 bella” affiancato poi nel 2015 da “Mr. 1, 2, 3 bello”. Questi due concorsi erano affiancati perchè volevamo far interagire il mondo drag , solitamente gay friendly, con quello etero e far vedere che siamo tutti uguali e non c’è nulla di cui avere “paura”, da entrambi i lati (ride).
E nel 2016 invece hai creato Androgynous, il concorso nazionale per Drag Queen che fanno parte del mondo androgino.
Si, io, Revuelta Strass e Daphne Bohemien c’eravamo posti la domanda: “ma gli androgini, in Italia, dove sono?”: volevamo dare visibilità a loro e penso che ci siamo riusciti. La finale nazionale del 2016 di “Miss e Mr 1, 2, 3..” ha avuto grande attenzione e Androgynous ha avuto il suo bel trampolino di lancio.
Da lì, Androgynous è stato seguito da Ellady Dark, la prima drag vincitrice del concorso e dal secondo anno da Spooky Doll, la seconda vincitrice. Quest’anno il loro contribuito è stato fondamentale perchè hanno organizzato e gestito tutto loro.
Un concorso come Androgynous in che cosa si differenzia dagli altri?
Si differenzia per la categoria di drag che va in scena. Come detto, in Italia non esisteva un concorso simile e farne uno ad hoc è servito a dare giusta visibilità e risalto a questa categoria di drag che solitamente non viene abbastanza valorizzata.
Continuando nel tempo, per me ci potranno essere anche più androgini sulla scena italiana, perchè vedendo che c’è spazio anche per loro, magari qualcuno si cimenterà in questo percorso, avendo punti di riferimento.
La finale nazionale si avvicina, giusto?
Si, abbiamo già fatto le selezioni online e dal vivo nelle macro aree di nord, centro e sud. La finalissima sarà sabato 10 novembre al Teatro Alberti di Desenzano del Garda e avrà una prova in più rispetto alle selezioni, chiamata “the battle” (la battaglia). In pratica, le concorrenti si sfideranno a due a due su una base musicale data loro solo una settimana prima, sarà una specie di improvvisazione che farà darà modo di far vedere, oltre al personaggio e al modo di mettere in scena la propria androginia, le reali capacità in caso di difficoltà.
Perchè il talento non è solo quello che uno riesce a sviluppare e mostrare al pubblico dopo diverse settimane di prove, ma anche un lampo di genio, una cosa spontanea.
Matteo, per te essere una drag è…?
E’ saper intrattenere il pubblico, vivere questo modo di essere riuscendo a farlo percepire anche al prossimo.
La drag e l’androgino, a prescindere dalla categoria, sono Artisti che quando sono in scena vogliono trasmettere un messaggio. E’ un aspetto che non viene mai abbastanza rimarcato ma è fondamentale dirlo: la drag queen è Arte, la drag queen è un’Artista.
Per il futuro, hai qualche progetto o sogno?
Spero che Androgynous diventi veramente un punto di riferimento per tutti gli androgini italiani e aiuti tutte quelle drag queen, che potrebbero avere questa vena a all’interno della loro arte, a crederci e svilupparla sempre di più.
Vorrei che questo concorso diventasse un punto di riferimento all’estero…oso dirlo perchè ha delle grandi potenzialità: questo è il mio sogno nel cassetto e non credo sia così impossibile realizzarlo (sorride).
Grazie Matteo Picasso, per questa bella intervista.
Grazie a voi e in ultimo, auguro tanta fortuna a tutte le concorrenti! Quello che veramente mi sta a cuore è che ogni drag in Italia si senta libera di essere se stessa e che faccia uscire “la vena” in cui si sente più a suo agio, così da sbocciare come un fiore a primavera.
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Seguite Matteo Picasso nella diretta streaming della finalissima di Androgynous che sarà trasmessa da Piccole Magazine Tv.