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Intervista alla Mistress trans Valentina Diva a Gallarate

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“Ogni giorno, sento di fare la differenza”

Viso dai lineamenti perfetti, fisico scultoreo e sguardo ammaliante: questa è Valentina Diva, richiestissima Padrona brasiliana di Gallarate (Milano).

Buongiorno Valentina, grazie del tempo che ci dedica, si vuole presentare ai nostri lettori?
Buongiorno a voi. Vengo dal nord del Brasile e vivo in Italia da tanti anni, ormai è la mia Patria di adozione: mi piace molto vivere qui.

Le va di parlarci della sua professione?
E’ un mestiere difficile, non per tutte. Io sono molto selettiva e non ricevo mai più di 2-3 clienti per giorno, perchè ad ognuno di loro voglio offrire una esperienza unica, nel massimo comfort. Garantisco privacy, niente fretta ed educazione. Pretendo altrettanto, naturalmente.

Chi è per Lei la Mistress?
Calandomi nel ruolo, rispondo che sicuramente deve essere autoritaria, cattiva e dolce allo stesso tempo. A prescindere da questo, penso sia importante, nella vita, essere una persona di carattere, sapere i propri limiti e farsi rispettare.

Le sono mai capitati clienti estremi?
Eccome. Circa il 25% di chi mi contatta cerca esperienze estremamente forti, il resto invece è più orientato per rapporti di sottomissione “normale”: frustate, sculacciate, pissing, bondage, per fare alcuni esempi.

Lei accosente a tutte le richieste o…?
Assolutamente no. Sono una Padrona e decido io cosa, come e con chi farlo. Una volta un cliente mi chiese di scaldare una forchetta fino a farla diventare rovente, per poi bruciarlo dove preferivo, possibilmente sui genitali. Dissi di no, perchè non sono pratiche sicure e si può incorrere in problemi di salute pesanti. Poi, per carità, i gusti sono gusti, ed io di certo non sono moralista.

Da che tipo di clientela è cercata?
Tantissime coppie, è la moda del momento (ride). Evidentemente cercano trasgressione alla monotonia sessuale. Donne sole non mi è mai successo. La maggior parte dei clienti sono uomini: tantissimi di loro sono persone laureate, istruite e di successo, con una posizione da rispettare e di un certo livello.

Quando ha sentito la “vocazione” per questo ruolo?
Non ho sentito una vera e propria vocazione. Quando sono arrivata in Italia, anni fa, ero ancora un ragazzo gay, ed ho lavorato 5 anni per una azienda agricola a gestione familiare, ho fatto la vita da “contadina”. Mi piaceva stare all’aria aperta ma sentivo che mi mancava qualcosa. Mi sentivo prigioniera del mio corpo e quindi ho deciso di lasciare quel lavoro, perchè mi sentivo sola e dovevo intraprendere una strada diversa: da li è iniziato il mio percorso di transizione e ciò che sono ora.

E’ felice della scelta fatta?
Posso dire che ora sono chi ho scelto di essere. Magari domani me ne pentirò ma almeno faccio quello che ho voluto fare, parlo a livello personale ed emotivo. Poi, certamente, la strada da escort/mistress è più difficile di altre.

E come è, in realtà?
In primo luogo, intanto non si guadagna più come una volta; ora c’è molta concorrenza. Ci sono tantissime ragazze che intraprendono questo lavoro, poi ci sono i centri massaggi cinesi, le discoteche particolari dove si può anche aver rapporti sessuali in ambienti preposti. Tutto questo, oltre alla crisi, ha creato un calo della clientela.

Ed in secondo luogo?
E’ una vita stancante, logora sul piano psicologico e fisico e si è sempre su e giù in viaggio. Per questi fattori molte ragazze non reggono la pressione e cercano quindi una valvola di sfogo diversa per reggere questa vita. Io invece no, ho sempre avuto la testa molto centrata, preferisco fare altro ed avere una vita tranquilla.

Che tipo di vita Le piace condurre, nel privato?
Senza svelarmi troppo, mi piace tenere la domenica libera. La dedico alle passeggiate con la mia cagnolina, mi piace andare sul lago Maggiore, in montagna verso Lugano, andare nelle Spa a rilassarmi: mi piace il contatto con la natura.

Crede che andrà avanti in questo ruolo all’infinito o un giorno smetterà?
Nella vita bisogna avere uno scopo: il mio è quello di fare un corso triennale per diventare estetista e aprire poi il mio centro estetico, magari in società con qualche altra ragazza, perchè è molto costoso. Sicuramente non posso andare avanti per sempre con questo lavoro: è come quello delle modelle, prima o poi non guadagnerò più perchè la bellezza andrà via. Serve il piano B.

Ha le idee ben chiare!
Si. Tante fanno questo lavoro perchè non hanno potuto fare altro: a me nessuno mi ha costretta, in Brasile ho una famiglia unita e potrei tornare li quando voglio ma qui in Italia mi trovo bene, alla fine faccio quello che mi piace, dico sempre di essere la pecora nera della mia famiglia (sorride). Ora devo pensare ad andare avanti e cambiare la mia vita, già ogni giorno sento di fare la differenza: il resto verrà da se.

Se volete seguire Valentina su Instagram cercatela come “diva5581“.

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