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Intervista alla Mistress Federica Quadrelli, Mistress trans a Bologna

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seconda parte

Seconda parte della nostra intervista alla trans e figura di spicco della movida notturna emiliano-romagnola, Federica Quadrelli. Oggi approfondiamo con lei il suo percorso di transizione e come lo ha vissuto.

Quando hai sentito che non ti identificavi nel corpo che avevi?
Mi rendevo conto fin da quando ero “bambino” di essere diverso e particolare e pure gli altri se ne accorgevano e quindi subivo offese, prese in giro o soprannomi ingiuriosi. Ma suscitavo anche curiosità ed attrattiva e avevo anche corteggiatori. Però, avendo sempre avuto una mente femminile non ho avuto un giorno in cui sono “cambiata”. Non mi sono mai comportata da maschio ne ho mai finto di esserlo, perciò, un vero proprio atto di cambiamento non l’ho sentito.

Questa consapevolezza ti ha dato dolore o altro?
Ho sempre avuto un bel corpo e un bel viso e non posso certo lamentarmi anzi…magari avrei voluto essere più bassa di altezza, però il mio essere alta mi ha reso meno soggetta a violenze e prepotenze ed ispiro più rispetto. Certo, non ho potuto giocare a fare la bambolina tenera e sdolcinata.
Da adolescente ebbi una forte crisi perchè pensavo di essere l’unica al mondo a sentirmi così. A pensarci adesso mi viene da ridere però allora ero davvero sola, senza punti di riferimento ed amici e questo mi faceva sentire aliena ed isolata. Per fortuna, piano piano iniziai a conoscere delle persone gay che mi portarono nelle prime discoteche per omosessuali e uscii dal mio guscio.


Una situazione molto dura da vivere, specie per un’adolescente.
Si. Ai miei tempi tutto era fortemente discriminato ed assolutamente nascosto, vietato e proibito.
Era difficile conoscere e vedere persone gay perchè tutti, specialmente in provincia, si nascondevano per paura di offese e discriminazioni. Pertanto, vedere travestiti o trans era impossibile: erano viste come creature mitologiche di cui se ne parlava solo per sentito dire.

Hai avuto una immagine di riferimento per il corpo che avresti voluto avere?
Non esattamente. Per fortuna lggevo molto e nei libri spsso trovavo rifermenti al mondo gay ed alla diversità, per esempio nei testi che parlavano del mondo greco classico o della civiltà romana. Anche il periodo rinascimentale ebbe molti grandi artisti omosessuali, il più grande e genio di tutti fu Leonardo Da Vinci. Ciò mi ha dato molta consapevolezza e mi ha aiutato a sentirmi meno sola e darmi punti di riferimento in un mondo che taceva e nascondeva tutto.

Avevi già un’idea completa di come avresti voluto essere?
L’acquisii col tempo. Dopo aver frequentato l’ambiente prettamente gay, conobbi dei travestiti e dei trans e capii che volevo stare con loro perchè non amavo il mondo gay, ne io piacevo a loro perchè ero troppo effeminato e donna. I miei nuovi amici mi fecero da nave scuola insegnandomi tutto: dalla depilazione a come vestirmi, anche quali ormoni assumere.

Hai avuto un’amica che, prendendoti per mano, ti ha accompagnato in questo percorso?
Come dicevo, alcune cose mi sono state insegnate, per altre sono autodidatta. Ad esempio, dopo essermi rifatta il seno, capii che non potevo più uscire vestita da uomo o in modo ambiguo. Mi occorreva un aspetto del tutto femminile. Però mi resi altresì conto che non mi era stato insegnato da piccola ne da mia madre ne dalle amiche come vestirmi adeguatamente a seconda delle occasioni, perciò facevo gravi errori d’abbigliamento: vestivo abiti da vamp di giorno oppure troppo ridicoli o inappropiati che facevano girare le altre persone. Allora mi misi a studiare come si vestivano le mie coetanee ed in generale ogni ragazza nel fare le cose di tutti i giorni. Capii che vestirmi in modo adeguato e semplice mi faceva passare inosservata ed ero più tranquilla. Di fondo sono sempre stata timida e da ragazzina ero insicura, per questo era molto importante per me non farmi notare troppo.

C’è qualcosa che ti rende felice in particolare?
Ricordo come la prima trans operatasi nel 1946, era un ex ufficale di aviazione U.s.a, Anderson. Allora fece molto scalpore e prima di morire nel 1983 rilasciò una intervista dove le chiedevono cosa la rendesse felice dopo essere diventata, prima trans poi donna completa, e lei rispose: “andare al supermeracato e nessuno che mi osservi o mi noti o mi giudichi”. Sai, a volte, cerchiamo solo la semplicità di essere considerate come tutti e non diverse dagli altri…io la penso come lei.

Rifaresti tutto quanto hai già fatto o c’è qualcosa che non rifaresti più?
Ho avuto una vita esagerata ma non ho poi molti rimpianti e per questo sono molto serena.

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