Interviste Libri di Genere

Intervista a Alessandra Hropich, autrice del libro “Quando il mostro è il proprio padre”

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Un grandissimo piacere di avere l’opportunità d’intervistare lei.

Lei ha una interessante storia di vita, potrebbe raccontarci un pò su questo cambiamento? Cosa l’ha spinta a fare la scrittrice e da quanto lo fa? Quanti libri ha scritto fino ad oggi? Quel è il suo favorito?

Veramente io avrei migliaia di storie di vita, ho conosciuto la realtà come pochi su questa terra e con grandi sofferenze e grandi gioie sulla mia pelle. Il mio cambiamento è avvenuto quando ho iniziato a parlare con una mia vicina di casa che, pur con immenso dolore, mi ha raccontato le vicende private ed intime del padre Mostro.

Da quando ho saputo che il mio vicino non era l’ uomo buono e gentile che tutti conoscevamo ma un viscido, autoritario e malvagio nella sua famiglia, ho iniziato ad interessarmi del lato privato e nascosto di centinaia di altre famiglie. In mille modi riesco a sapere come vivono le coppie e le famiglie nel loro vero privato.

Scrivere il mio libro ” Quando il Mostro é il proprio padre!”
è stato l’ inizio della mia attività di scrittrice, un impegno costellato di critiche di quanti non volevano che si raccontassero vicende peccaminose e non raccontabili, secondo la morale comune.
Il mio primo libro, poi ripubblicato con Bibliotheka edizioni con un nuovo ed inquietante capitolo, mi ha fatto nascere la voglia di scrivere, attività che svolgo da ormai quindici anni.
Ho scritto quattro libri, tutti fatti di storie vere e di vita che riguarda me, la mia famiglia o persone ben conosciute.

Sono grata al primo libro ” Quando il Mostro é il proprio padre!” Sono affezionata molto al secondo: “La Felicità? Ve la do io!” Un testo che racconta storie vere di felicità e non ed offre consigli pratici su come essere felici davvero.

L’ ultimo libro “Mostri!” Lo definiscono un capolavoro di verità mostruosa, mentre lo scrivevo, provavo voglia di colpire fisicamente ogni Mostro raccontato ma ne sono innamorata.

Lei è autrice di diversi libri molto interessanti, specialmente il primo che dal titolo ci fa venire molta curiosità: “Quando il Mostro è il proprio padre!”. Cosa ci racconta lei ancora su questo libro? Perché ha deciso di dare vita a questo libro?

Ho già accennato prima che, questo libro è il resoconto spietato di una vergognosa realtà familiare messa alla berlina, da questo libro di successo, ho imparato a portare a conoscenza di tutti ciò che alcuni vogliono che non si sappia mai, invece è molto eccitante raccontare quello che i Mostri non vorrebbero mai far sapere. Il libro racconta la vera vita familiare di un uomo che avrebbero dovuto rinchiudere in un manicomio criminale ma che ha saputo nascondere a tutti il suo vero animo, dietro la facciata di uomo educato ed estremamente perbene.
Un libro che dovrebbero leggere tutti, per aprire gli occhi su cosa si nasconde dietro un’ apparenza di persona troppo limpida, per essere vero.

Nel primo libro, lei fa riferimento a dei casi che succedono nelle famiglie, casi che tanta gente mantiene in silenzio. Pensa lei che questo tipo di lettura potrebbe essere un modo di poter evidenziare una problematica esistente nella società?

Il primo libro sul padre Mostro apre gli occhi a tutti e il problema non riguarda una sola famiglia ma non se ne parla per paura, per vergogna.

Perché la comparazione tra una persona e un mostro? Ci potrebbe spiegare il perché della sua analogia?

Ci sono tanti Mostri che sanno mascherare l’ animo mostruoso indossando la maschera di persone brave, disponibili. L’ apparenza inganna, sempre.

Ha vissuto lei in modo diretto dell’esperienze di vita come questa che racconta nel suo libro? Lei ha una opinione particolare che le fa piacere esprimere su come poter reagire in modo positivo a queste situazioni?

Non ho avuto io un padre Mostro ma mi muovo quotidianamente tra i Mostri, loro ci camminano accanto.

Ma nel mio libro “Mostri!” Racconto fatti gravi commessi ai miei danni da uomini, mariti e padri manipolatori e senza scrupoli.

Si possono scoprire i Mostri subito ma, chi ci vive insieme, tende a non voler mai capire perché si lascia poco a poco annientare, i Mostri sono abili nel raggirare chi ha fiducia in loro. Il non voler vedere o sapere da parte di chi vive con un soggetto spietato, facilita sempre la vita del mostro. Si può reagire si ma è meglio farlo alle prime battute, non quando il Mostro ha portato a compimento il suo piano.

Perché pensa lei che queste situazioni sono ancora sottovalutate sia dentro le famiglie, che dalla società e anche la legge stessa? Questo ultimo particolare vista la sua esperienza nel settore legale.

Come già detto, chi vive con un Mostro, dapprima non vede perché non comprende subito, poi, anche quando il Mostro si palesa, la vittima è ormai annientata e/o scoraggiata.
La società, come è successo quando ho pubblicato il mio primo libro, tende a far sentire sbagliato chi parla e denuncia perché hai sbandierato fatti che dovevano privati.

Con tanta amarezza, ho capito che anche i vicini del Mostro, avrebbero preferito sapere i gravi fatti commessi dal padre spietato da me raccontato ma non hanno mai voluto ammettere di non aver capito chi avessero nel palazzo, anzi, la gente, in questi casi, si limita, come quando si parla di delitti in Tv a dire: “Mi sembrava tanto bravo, non posso crederci. Era educato e gentile con tutti.”
La società vuole mettere il naso nella vita altrui ma non essere poi interpellata per un matto autore di fatti criminosi, dunque quasi tutti scelgono di indossare poi la maschera di finti tonti o sbadati che nulla sapevano.

La legge potrebbe essere di aiuto se le vittime si ribellassero subito, se i vicini non facessero i distratti eterni, se ciascuno ci mettesse del suo alla prima avvisaglia. Se le vittime non parlano per vergogna o lo fanno dopo anni e il carnefice continua ad agire indisturbato, i vicini e conoscenti fingono di non sapere mai nulla e poi, dopo di non credere, perché mai poi la legge dovrebbe prendere sul serio la tutela di persone poi avvolte da un clima di generale omertà?
La legge arriva se vi è una richiesta collettiva in tal senso e se non vi è complicità con i soggetti criminosi, cosa che, invece puntualmente accade.

Con certezza, vi dico, che gran parte della società, purtroppo parteggia per i mascalzoni e delinquenti, come se il male fosse più seducente del bene.

Sono molto addolorata per la puntuale complicità generale con i Mostri ovunque si trovino, è chiaro che alla gente piace più chi distrugge gli altri che chi crea, quale legge può invocare una società simile?

Non sono tutti complici, certo ma sono tanti coloro che ignorano volutamente la gravità dei comportamenti mostruosi.

Aggiungo infine (nei casi di violenza psicologica) che la dipendenza e l’ abuso psicologico è molto difficile da dimostrare e che, proprio per questo è una forma di abuso ancora più grave, dunque la vittima vive un dolore silenzioso e si sente più fragile soprattutto quando, decidendo poi di parlare, non viene creduta o, peggio ancora, si considera responsabile della sua condizione.

I suoi libri sono famosi sia perché risultano interessanti e altri gli considerano temerari. Cosa pensa lei su queste opinioni dai lettori?

I miei libri sono definiti interessanti. Mi definiscono temeraria perché ho il coraggio di mettere nero su bianco quanto accade nelle famiglie, nelle coppie, al lavoro e ovunque e non mi interessa di coloro che si scandalizzano poi leggendo. Mi temono quelli che hanno il terrore di finire raccontati nei miei libri, il modo che ho di raccontare ciascuno è talmente preciso da terrorizzare chi mi conosce.

Parlando ai suoi lettori e al pubblico, le piacerebbe condivere un messaggio per i suoi lettori, fans, e anche per quelle persone che forse vorranno condivere con lei le loro esperienze di vita?

Di non fidarsi mai delle apparenze, un aspetto dolce, mite, disponibile, può essere il più ingannevole in assoluto, il diavolo ti accarezza sempre l’ anima.

Le piacerebbe condividere una prossima intervista in video per poter leggere dei frammenti degli altri libri?

Certamente.

Grazie mille per il tempo che ci ha dedicato in questa intervista.

Grazie a tutti.