Mi sono tagliata il pisello, non il cervello!
“Io mi sono tagliata il pisello, non il cervello”, questa dichiarazione di Maurizia Paradiso è alla base di una intervista che l’attrice ha rilasciato ad un importante quotidiano nazionale e ben presto ripresa anche da altri giornali.
Ci sono nelle sue dichiarazioni forti critiche ad alcune modalità di presentare il mondo gay, al solo fine di fare spettacolo.
In sostanza, dice la Paradiso, non si può trasformare la diversità in una caricatura e pretendere che venga eguagliata alla normalità.Il concetto è giusto, perchè l’azione di caricare, quindi deformare a scopo satirico le caratteristiche ed i difetti di un soggetto, ottiene solo l’effetto del ridicolo, mentre i diritti sono una cosa seria.
Sono Malgioglio ed il Gay Pride a scatenare le ire infernali della Paradiso, che riprende le modalità espressive dei due soggetti.
Critiano Malgioglio è colpevole, secondo Maurizia Paradiso, di avere indossato, durante uno spettacolo, a sproposito la mascherina dei malati oncologici.
Maurizia ricorda il suo percorso di sofferenza per una leucemia e quella mascherina l’ha dovuta indossare non per scherzo, ma per una triste necessità, quindi ad essa sono collegati odori e circostanze veramente sgradevoli.
Il Gay Pride, sempre secondo Maurizia, è degenerato in esibizioni caricaturiali, troppo folcloristiche ed invadenti, come quella di due uomini coi baffi, mutandine e reggiseno che si baciano sulla pubblica via.
“Bisogna avere dignità” dice la Paradiso, perché l’orgoglio non può prescindere dalla dignità e “Se si chiedono pari diritti e dignità non si può sfilare nudi in pieno giorno e far ridere i polli”.Maurizia Paradiso ha localizzato nella caratteristica del ridicolo un allontanamento dalla serietà del problema; questa focalizzazione è giustissima, ma ora occorre comprendere quali siano gli autentici motivi di tali esternazioni.
Chi si manifesta in questi termini vuole risolvere dei problemi o semplicemente fare spettacolo e cassetta?
Noi crediamo che in realtà ci sia il dominio dello spettacolo sopra ogni altra ragione ed allora facciamo attenzione, perché su questa strada si arriverà a ridere anche delle peggiori atrocità.
Quando di una cosa si ride, quella cosa non ha importanza: fa sorridere, ergo, è piacevole, aprendo le porte all’accettazione.
Possiamo accettare la discriminazione su base sessuale o la sofferenza determinata da malattie terribili ?
Crediamo di no ed allora a questo giro stiamo con Maurizia Paradiso, “Partigiana dei diritti Gay”, come lei stessa si definisce, e reduce da una terribile malattia.
Ci sono tante altre cose su cui fare satira e ridere ed a cui la nostra fantasia si può rivolgere con maggiore buon gusto.