Articolo il Fallo e lo scettro Il piacere attraverso la storia

Il Fallo e lo Scettro

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Ci sono poche testimonianze sulla vita sessuale dei re e delle loro amanti.
Possiamo solo immaginare che i rapporti con la regina fossero svogliati, privi di ogni erotismo, finalizzati solo alla procreazione di un erede, mentre quelli con l’amante o favorita di turno contenessero ogni fantasiosa delizia erotica, perché il loro fine era il puro piacere. il fallo
Infatti, le lettere in cui gli amanti si dilungavano a descrivere i particolari dei loro rapporti venivano bruciate poco prima della morte del sovrano, per sua stessa volontà, o immediatamente dopo il decesso per decisione degli imbarazzati familiari.

Lady Castlemaine

Quello che si è salvato ci consente alcune gustose descrizioni.
Lady Castlemaine descriveva re Carlo II come sessualmente molto dotato, tanto che il suo amico Lord Rochester si divertì a comporre una frase che recitava: “I suoi desideri non sono al di sopra della sua potenza, il suo scettro e il fallo sono di pari lunghezza”.
Al che, la principessa di Monaco, amante di Luigi XIV re di Francia, commentò che, mentre il potere di Luigi era grande, il suo “scettro” era piccolo, se paragonato a quello del cugino che regnava in Inghilterra.

Re Carlo secondo d'Inghilterra

Singolare fu la situazione che si creò attorno al 1540, tra Enrico II re di Francia, la moglie Caterina de’ Medici e l’amante Diane de Poiters.
Caterina de’ Medici era particolarmente brutta ed insignificante, mentre l’amante era bellissima, pur avendo 18 anni più del re.
Diane era curatissima e sportiva, facendo tre ore di equitazione tutti i giorni ed era attentissima ad ogni particolare del proprio aspetto: pelle candida e capelli rosso dorati.
Così, Enrico faceva l’amore con lei quasi tutte le notti; con la moglie non aveva rapporti e dopo nove anni di matrimonio non aveva avuto alcuna gravidanza.
L’intelligente Diana cominciò a preoccuparsi; infatti, la mancanza di un erede avrebbe potuto costituire un motivo di annullamento del matrimonio, conducendo a nuove nozze, magari con una giovane e bella principessa, che avrebbe potuto scalzarla dalla sua posizione.
Allora decise il seguente comportamento: in date di presunta fecondità della regina, eccitava il re con le sue arti e quando lui era al culmine dell’entusiasmo lo mandava da Caterina a completare l’opera.

Caterina de Medici

L’espediente riuscì e Caterina de’ Medici rimase incinta e mise al mondo un figlio maschio.
Naturalmente il re ricompensò Diane “per i buoni uffici resi alla delfina”.
Caterina non si dava pace per la passione che univa il re a Diane, e non comprendeva come potesse unirsi costantemente con una donna, che avrebbe potuto essere sua madre.
Decise di spiarli durante un rapporto sessuale e, con l’aiuto di una dama di compagnia ed un falegname, fece praticare due buchi nel pavimento della camera sopra quella della rivale.
La regina rimase allibita di fronte all’appassionata tenerezza con cui Enrico trattava Diane e, piangendo, confessò che “con lei non era mai stato così”.

Madame de Pompadour

Nel 1745, Madame de Pompadour divenne l’amante di Luigi XV, che era come tutti i Borboni, un amante appassionato, e lei aveva un terribile segreto: era frigida.
Probabilmente soffriva di una infezione vaginale cronica, con perdite bianche maleodoranti, per cui all’epoca non c’era rimedio.
Il re si lamentò talvolta delle prestazioni della bella dama, ma preso dalla sua bellezza sopportava ogni delusione.
La Pompadour, per stimolare la propria libido iniziò una dieta a base di sedano, tartufi e vaniglia, il cui unico risultato fu di danneggiarle la salute.
La Marchesa era terrorizzata di perdere il proprio ascendente sul sovrano a causa delle sue inadeguate prestazioni sessuali; fu una amica a darle il consiglio giusto: “rendetevi indispensabile al re mostrandovi sempre carina con lui”.
Così fece e per ironia della storia, fu una donna frigida a diventare il simbolo dell’amante per eccellenza; questo fatto dovrebbe fare molto riflettere su ciò che realmente conta!
Quattro anni dopo la prematura morte della Pompadour, fu una delle più abili prostitute di Parigi, Madame du Barry, a diventare l’amante del re.

Madame du Barry

Jeanne du Barry riuscì a scuotere il sovrano dalla depressione in cui era caduto e a creare per sé una posizione che non aveva mai osato sognare; probabilmente però non c’è da stupirsi.
Luigi, da giovane, aveva bisogno della devozione, del fascino e dell’intelligenza della Pompadour, e soddisfaceva altrove le proprie esigenze sessuali.
Da vecchio, quando cominciò a temere di morire, non aveva bisogno di intelligenza , ma di frequenti prestazioni erotiche, che lo facessero sentire in forma.
A consigliarlo fu il duca di Richelieu, vecchio libertino e frequentatore di bordelli, che gli presentò Madame du Barry.
Il re, per parecchio tempo, non seppe l’autentica natura e le origini della donna; quando lo venne a sapere era troppo tardi, ormai aveva bisogno del suo talento erotico, che altro non era che il risultato di anni di esercizio della professione più antica del mondo.

Duca di Richelieu

Qualche settimana prima di morire, il sovrano confidò al dottore:”Sto diventando vecchio ed è ora che trattenga i cavalli”.
Il medico rispose immediatamente:”Sire, non si tratta di trattenere i cavalli. Sarebbe ora che fosse loro tolta definitivamente la bardatura”.
Luigi non si trattenne mai, persino con il corpo irrimediabilmente devastato dal vaiolo allungò la mano coperta di pustole per palpare i prosperosi seni dell’amante.
E’ solo il caso di dire che “tira di più un pelo di … che quattro cavalli !”.
il fallo e lo scettro
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Storia dal titolo: il fallo e lo scettro.

il piacere attraverso la storia è presente sul portale IlPiccoleMagazine.it by Piccole Trasgressioni

Riassunto del racconto il fallo e lo scettro

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