Solitamente i monarchi riconoscevano i figli avuti fuori dal matrimonio mediante un decreto reale, legittimazione che consisteva in un riconoscimento ufficiale di paternità, in base al quale restavano bastardi, ma con ottime possibilità di collocamento ai vertici della società.
Re Pedro del Portogallo nel 1360 decise di legittimare i figli avuti dall’amante Inez de Castro, che aveva sposato dopo la loro nascita.
Il papa si oppose e dichiarò che i figli potevano essere legittimati soltanto se la loro madre fosse stata incoronata regina, ma Inez era morta cinque anni prima.
Allora, re Pedro dispose che la defunta fosse riesumata, che lo scheletro fosse rivestito con gli abiti di una regina e portato nella cattedrale della capitale.
Poi lo fece collocare su di una specie di trono e lo incoronò nel corso di una macabra cerimonia a cui dovette assistere tutta la nobiltà del regno.
Di fronte a questo avvenimento nessuno poté più opporsi alla legittimazione.
Nel 1594 le cose in Europa erano molto cambiate, così quando Enrico IV di Francia volle legittimare il figlio avuto da Gabrielle d’Estrées non ci fu bisogno di riesumazioni.
Il re si limitò a firmare documenti con cui dichiarava che César era suo figlio, che aveva diritto ad ogni riconoscimento legale, ma lo escludeva dalla successione al trono.
I sovrani, oltre a legittimare i propri bastardi, spesso attribuivano loro titoli nobiliari, creando tutta una serie di conti e duchi, o contesse e duchesse in erba.
I bastardi reali non erano considerati degni di sposare membri delle case reali straniere, ma erano altamente ambiti dalle famiglie nobili del proprio paese, che così mescolavano il proprio sangue con quello del re, considerato sacro.
Questo significò che, a causa di frequenti matrimoni di bastardi reali con famiglie nobili, la maggior parte dell’aristocrazia europea discendeva da figli di re ma non di regine.
Il cortigiano George Villiers, scrisse a proposito di Carlo II che: “Si dice che per il suo popolo il re debba essere un padre, e non c’è dubbio che Carlo sia davvero il padre di un buon numero dei propri sudditi”; infatti, re Carlo riconobbe 14 figli illegittimi, 9 maschi e 5 femmine.
Ai maschi attribuì sei titoli di duca ed uno di conte, solo due non ebbero nulla, mentre quattro femmine divennero contesse ed una niente.
Comunque, erano talmente numerosi i figli illegittimi di Carlo, a cui era stato dato il suo stesso nome che aveva difficoltà a non confondersi.
Re Carlo osservava i giovani aristocratici che potevano costituire potenziali, vantaggiose unioni per i propri bastardi, non esitando a combinare matrimoni anche quando erano ancora in tenera età, così da evitare che ricchi patrimoni potessero finire in mani non gradite.
Questo costume portò all’eccesso di matrimoni tra bambini di appena cinque anni.
Tra le amanti reali vi era aspra rivalità anche sugli onori ed i titoli che il re concedeva ai loro figli.
Nel 1674, re Carlo creò il figlioletto di soli due anni, avuto da Louise de Kéroualle, duca di Richmond e contemporaneamente aveva creato duca di Grafton il figlio undicenne di Lady Castlemaine.
Questo fece nascere una disputa tra le due donne perché entrambe pretendevano che il proprio figlio avesse la precedenza.
Ufficialmente, la precedenza veniva assegnata al duca la cui patente regia era stata firmata per prima, così le due amanti cominciarono a tempestare il re per avere la precedenza.
Le due patenti portavano la stessa data, ma per avere valore dovevano essere firmate dal Lord Tesoriere, Damby, su cui si aprì la corsa delle due donne per avere la firma prima dell’altra.
La gara fu vinta per poche ore da Mademoiselle de Kéroualle, il cui inviato arrivò prima di quello di Lady Castlemaine, lasciando quest’ultima su tutte le furie.
I figli di Nell Gwynn, altra amante di Carlo II, a causa delle sue umili origini non usufruirono di tanta generosità, e lei disse tristemente: “per loro gloria, erano principi da parte di padre, ma che, per loro umiliazione, come madre avevano una puttana”.
Un giorno in cui Carlo andò a fare visita a Nell, nel 1676, la donna stanca di attendere che il re concedesse qualche titolo ai suoi figli, nel rivolgersi al figlioletto di sei anni disse: Vieni qui, piccolo bastardo!”:
Quando Carlo la rimproverò per come aveva appellato il figlio, lei ribatté che non aveva un nome migliore con cui chiamarlo.
Allora, il re ridendo rispose che doveva dargliene uno e subito lo nominò conte di Burford.
Nell, in seguito, fece altre pressioni sul sovrano e dopo otto anni lo nominò duca di Saint Albans.
Al ragazzo fu assegnato uno splendido appartamento a Whitehall Palace ed una rendita annuale di 1.500 sterline; gli venne combinato un ottimo matrimonio con una giovane ereditiera ed in seguito fu nominato ambasciatore presso la corte francese.