La parola Eunuco deriva dalle parole greche “letto” (eunè) e “custodisco” (echo), quindi significa “custode del letto”, poiché a loro era affidata la custodia della virtù sessuale.
Gli Eunuchi erano privati in giovane età degli attributi sessuali ed a loro era affidata la sorveglianza delle donne dei potenti.
La carenza di testosterone, ormone prodotto dai testicoli, tra le cui funzioni c’è quella di stimolare il desiderio sessuale, li rendeva impotenti ed infertili.
Questo assicurava che la integrità delle donne di casa restasse intatta e rappresentava una garanzia di fedeltà.
La convinzione, in passato, era che un servo o uno schiavo desessualizzato avesse acquisito la docilità femminile e quindi non potesse rivoltarsi contro il suo signore.
Inoltre, non potendo generare, non avrebbe complottato per favorire i propri figli ed in caso di Eunuchi del sovrano, non avrebbero ordito trame per creare una propria dinastia.
Queste caratteristiche facevano di loro funzionari e controllori ideali anche nelle questioni amministrative e dello stato.
Per ciò la loro presenza fu costante in tutte le corti di molti regni, dai Sumeri alla Cina, dove venivano chiamati “Huangmen, “Porta del Palazzo”.
In Cina, il più famoso Eunuco fu Cai Lun, nel I° secolo d.C., che è ritenuto l’inventore della carta, mentre in realtà egli diffuse semplicemente l’uso del materiale, inventato da un suo sottoposto.
Cai Lun, capo Eunuco alla corte di Pechino, fu fatto castrare dai genitori perché questo gli avrebbe assicurato un posto redditizio ed una vita agiata.
L’intervento della castrazione prevedeva l’asportazione dei testicoli e del pene con un unico taglio, usando come anestetico una salsa al peperoncino.
Dalla metà del 1300, nella Città Proibita di Pechino, venne creato un particolare ambulatorio per la creazione degli Eunuchi, in cui i “pazienti” subivano l’operazione su di una apposita sedia, con un buco nella seduta.
L’evirazione era seguita dalla introduzione nell’uretra di una penna di uccello, perché non si richiudesse con il rimarginarsi della ferita.
Dopo tre giorni la penna era rimossa e se l’urina usciva, l’operazione era riuscita.
Diversamente era morte certa e dolorosa: quanti non sopravvivevano venivano sepolti con accanto una piccola borsa contenente i propri genitali, in modo da essere nuovamente interi nell’altro mondo.
Dalla Cina, la pratica dell’evirazione si diffuse in occidente ed i Romani la appresero dagli Ittiti.
La dea della terra e della fecondità nell’antica Roma era Cibele, chi voleva diventare suo sacerdote doveva offrirle pene e testicoli; per questo si doveva evirare da solo, durante una cerimonia orgiastica.
I Romani, ben presto, scoprirono che i castrati potevano diventare oggetti sessuali di varia natura.
Infatti, quando l’asportazione dei testicoli avveniva in età prepuberale, le voci restavano aggraziate, i tratti femminili, le forme si ammorbidivano (ingrassavano per motivi ormonali) e l’Eunuco risultava impotente.
Al contrario, chi veniva evirato dopo la pubertà manteneva la massa muscolare maschile ed era capace di avere una erezione, anche se l’assenza dei testicoli lo rendeva sterile.
Questa caratteristica era particolarmente apprezzato dalle donne ricche della Roma antica, che ricorrevano alle prestazione di costoro, chiamati “SPADONES”, per essere sessualmente appagate senza correre il rischio di rimanere incinta.
Le donne non erano le sole a gradire gli eunuchi; lo storico Svetonio narra ( Vite dei Cesari) che Nerone “avendo castrato il giovane schiavo Sporo e volendo persino cambiarne la natura da maschile a femminile, lo prese in moglie secondo il normale rito matrimoniale con tanto di dote e di velo nuziale”, ed ancora, “questo Sporo, agghindato come una imperatrice e trasportato in lettiga, Nerone se lo portò nelle corti di giustizia e nei mercati di Grecia, quindi a Roma nelle botteghe dei ritrattisti, baciandolo di continuo con passione”.
QUESTO FU IL PRIMO MATRIMONIO TRANSESSUALE DELLA STORIA !
Si dice che la predilezione di Nerone per Sporo sia dipesa dalla somiglianza con Poppea, la moglie dell’imperatore, che il sovrano aveva ucciso con un calcio quando era incinta.
Sporo, quando Nerone morì, divenne l’amante di Otone, ma quando questi fu sconfitto da Vitellio, preferì darsi la morte, a soli 20 anni, anzi che sottostare alle umiliazioni che il vincitore voleva infliggergli.
Nell’impero Ottomano c’erano due tipi di eunuchi: gli eunuchi neri e quelli bianchi.
Gli eunuchi neri era generalmente africani ed avevano asportato il pene ed i testicoli; gli eunuchi bianchi erano di origine balcanica ed avevano asportato solo i testicoli.
Gli eunuchi neri erano destinati alla sorveglianza degli harem, mentre quelli bianchi erano destinati alla amministrazione statale, anche se sovente avevano relazioni omosessuali con i nobili.
Nell’Islam si ricorda che il califfo Al- Amin (787-813) aveva una forte passione per gli eunuchi ed ebbe due mogli ma vari favoriti.
Nel mondo cristiano vi sono alcuni personaggi legati alla evirazione: il teologo Origine (185-254) per sfuggire alle tentazioni legate ad alcune belle allieve si mutilò; il canonico Fulberto, dopo il 1100, punì con la castrazione un chierico, il filosofo Pietro Abelardo, amante di sua nipote.