terzo genere, il si della Germania Cronaca

Germania: si al terzo genere sessuale

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Secondo stime recenti, in Germania, le persone che si identificano come intersessuali vanno dalle 80.000 alle 120.000. Alcune di queste hanno sia testicoli che ovaie, altre invece non producono gli ormoni che determinano le comuni caratteristiche del genere binario.
Per tutelarle maggiormente, nei giorni scorsi, il governo tedesco ha approvato il progetto di legge che consente una terza opzione di genere sui certificati di nascita per i bambini intersessuali: è ufficiale così il terzo genere.
Tecnicamente, la decisione del Consiglio dei ministri del progetto “terzo genere” ha ancora bisogno dell’approvazione parlamentare prima di poter essere considerata legge a tutti gli effetti ma ci sono buone possibilità perchè questo avvenga in tempi brevi.
Questo fa si che ora sia possibile registrare come “vario”, il terzo genere quindi, il sesso dei neonati (ricordiamo che già dal 2013 in Germania nei documenti dei bambini nati con caratteristiche di entrambi i sessi si può non indicare se il genere è maschio e femmina).
Il provvedimento voluto dalla coalizione della Cancelliera Angela Merkel segue una sentenza del Tribunale superiore tedesco dello scorso novembre secondo cui le norme vigenti sullo stato civile sono discriminatorie nei confronti delle persone intersessuali, osservando che l’identità sessuale di un individuo è protetta come diritto fondamentale.

Angela Merkel
La pronuncia della corte ha origine dal ricorso di una persona intersessuale, Vanja, nata con un corredo cromosomico atipico, quindi né uomo, né donna. Vanja, registrata all’anagrafe con il sesso femminile, aveva chiesto nel 2014 di modificare la sua iscrizione, inserendo l’opzione “inter/divers“, ma la sua richiesta era stata respinta in tutti i gradi di giudizio, fino alla Corte di cassazione federale.
Il ministro della Giustizia Katarina Barley, dell’SPD, ha accolto il progetto di legge con entusiasmo: “i lavori per modernizzare la legge sullo stato personale sono in atto ormai da lungo tempo e nessuno può essere discriminato a causa della sua identità sessuale”.
Il ministro Socialdemocratico per la famiglia Franziska Giffey ha definito questa decisione “un passo importante verso il riconoscimento legale di persone la cui identità di genere non è né maschile né femminile”. Contrari al caso, invece, il Comitato centrale dei cattolici tedeschi e l’Associazione federale dei cancellieri tedeschi.

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