Non avevo molto tempo, soprattutto in quel giorno pieno di riunioni, ma la mia mente correva divagando, pensando spesso e volentieri a lei. L’avevo incontrata per caso durante una cena, mi era stata presentata da un amico con cui avevo in comune la stessa passione per il buon vino e le belle donne. Giorgio il mio amico mi disse immediatamente che lei era un accompagnatrice di alto bordo, una di quelle donne che si intrattenevano con gli uomini per soldi, per molti soldi. Quando la vidi per la prima volta la classificai, sbagliando, come una delle solite donne insignificanti che sfruttando il loro bel corpo guadagnano qualche centinaia di euro a sera allargando le cosce con il riccone di turno, ma parlandogli dovetti ricredermi completamente. Era una donna che già dalla stretta di mano si faceva notare, la presa sicura e la pelle liscia facevano il paio con gli occhi azzurri, occhi che scrutavano l’interlocutore, guardando fin dentro la sua anima. Aveva una voce chiara con una vaga inflessione spagnola e una risata contagiosa, tutte particolarità che me la fecero ammirare immediatamente, poteva anche essere una escort di lusso, ma sarebbe stata mia.
Mi lasciò il suo biglietto da visita, facendomi capire che sarebbe stata contenta di incontrarmi e di intrattenersi con me, anche se non mancò di sottolineare che la sua era un agenda estremamente piena di appuntamenti. Ritornato a casa fui tentato di chiamarla quella sera stessa e sopportai la solitudine solamente con un abbondante dose di whisky. Il liquido ambrato mi portò una notte popolata da molti sogni in cui Sophie, così aveva detto di chiamarsi, era sempre l’assoluta protagonista. La sognai per tutta la notte in posizioni indicibili, e il ricordo della sua pelle vellutata che ancora non avevo avuto il piacere di accarezzare, mi svegliò con un languore indicibile e con la consapevolezza che avrei fatto di tutto per lei.
Passai la mattinata con un pensiero fisso, e prima di pranzo composi il suo numero ma non ebbi risposta, riprovai dopo un oretta ottenendo lo stesso risultato, e finalmente alla terza chiamata sentii la sua voce. Tenne durante la telefonata un tono totalmente diverso da quello che avevo sentito durante il primo incontro, molto più distaccato e formale, quasi fosse quello di una segretaria. Concordammo di vederci per il week end successivo e fissammo la tariffa, stabilendo una cifra abbastanza elevata, molto vicina a quella con cui si potrebbe acquistare una piccola utilitaria. Mi avvertì che le spese sarebbero state a mio carico, e sottolineò che non era abituata a soggiornare in alberghi di basso livello. Io non ho problemi di soldi, faccio parte del jet set italiano, per questo acconsentii di buon grado a tutte le sue richieste. Finimmo di parlare e già non vedevo l’ora che arrivasse sabato a mezzogiorno.
I tre giorni mancanti prima dell’appuntamento erano passati lentissimi e finalmente era arrivato il gran giorno. Dopo la mattinata zeppa di lavoro ero teso, nella mia vita grazie anche ai miei soldi le donne non mi sono mai mancate, ma con Sophie era diverso, avevo comprato il suo corpo, e non vedevo l’ora di farlo mio. Avevo mandato il mio autista a prenderla, mentre io avevo deciso di andare direttamente in aeroporto per approntare il mio aereo privato, e dare disposizioni al pilota. Sono stato allevato nel lusso, e volevo usare i soldi per impressionare la donna che mi avrebbe tenuto compagnia in quel fine settimana, non avrei lasciato nulla al caso. Arrivò direttamente sotto bordo, era bellissima. Indossava un top rosso su una gonna nera, cosce fasciate da calze a rete e scarpe con un tacco altissimo. Aveva passato un filo di trucco, e le sue labbra risultavano al centro dell’ovale del viso. I miei occhi furono attirati dal seno, non portava reggiseno e i capezzoli si ergevano come se fossero due piccoli chiodi.
Salimmo a bordo e il jet si mise in moto immediatamente direzione Treviso, avevo pianificato tutto e predisposto la macchina che ci avrebbe portato in un baleno a Cortina. Non vedevo l’ora di arrivare nella suite dell’albergo in cui alloggio di solito, e già pregustavo il tepore del caminetto nella suite reale che avevo prenotata per il fine settimana. Qualche bicchiere di champagne francese servito dalla hostess e l’eccitazione salì a dismisura, soprattutto dopo che Sophie avvicinò le labbra al mio orecchio e prima di depositare sul lobo un veloce bacio mi disse “sarò il tuo giocattolo erotico, ma soffrirai per avermi. Ti va?”. Non chiedevo altro e l’erezione immediata che ebbi non fece altro che sottolineare quanto l’idea mi intrigasse.
Non ci fu nessun problema durante il volo, e io feci la sua conoscenza in maniera tale da cercare di sapere qualcosa in più della donna che di lì a poco, almeno speravo, mi avrebbe fatto godere come un ossesso. Seppi che era una donna alle soglie dei trent’ani, laureata a pieni voti in lingue, si era trovata a vendere il proprio corpo alla ricerca della bella vita, una bella vita che, almeno stando al bonifico che avevo fatto in mattinata, doveva riuscire a fare senza problemi. Parlando con lei mi soffermai a pensare come non fosse la solita escort, parlava fluentemente tre lingue, conosceva i principi di economia e non aveva nessun problema a parlare di politica, insomma la donna perfetta.
Arrivammo in perfetto orario, e sulla macchina che ci portava in albergo la sua mano si posizionò sulla mia coscia, fu un movimento naturale e quasi innocente, che mi produsse però un’immediata scarica di adrenalina, lei dovette notarlo perché i suoi occhi si illuminarono di una luce maliziosa. Arrivammo in stanza, mi chiese di rilassarmi sul letto mentre si “sistemava”, lo disse con un tono dolce ma che non ammetteva repliche, non mi rimase altro che obbedire. Mi spogliai e mi misi comodo sull’immenso letto King size che avevo espressamente richiesto nella prenotazione. Forse avevo chiuso gli occhi qualche minuto, complice anche la stanchezza del viaggio, quando li riaprii rimasi estasiato. Sophie aveva indossato un body di pizzo nero molto conturbante, il suo seno si intravedeva appena, e la pelle bianca del petto risaltava in penombra in maniera meravigliosa, indossava una paio di autoreggenti neri con il pizzo, e delle scarpe con un tacco vertiginoso che la faceva sembrare altissima, non portava intimo. Aveva rinfrescato anche trucco e adesso è sue labbra carnose risultavano coperte da un rossetto color fuoco, era intrigante senza essere volgare, una donna nell’insieme magnifica.
Si avvicinò guardandomi dritto negli occhi, era sfrontata come le belle donne si possono permettere di essere, arrivata dinanzi a me mi scrutò, si compiacque dell’attrezzo che portavano in mezzo alle gambe, mi diede un veloce bacio sul mento e come se niente fosse si inginocchiò ai margini del letto e lo imboccò. Fu uno dei pompini più belli e goduriosi di tutta la mia esistenza, Sophie con la bocca ci sapeva fare e riusciva a portarmi alle soglie dell’orgasmo senza farmi godere! Sapeva esattamente quando fermarsi, e quando lo faceva i suoi occhi si piantavano nei miei, scrutandomi fin dentro l’anima. Mi chiese di tenere ferme le mani parallele al corpo, e ogni volta che le muovevo la sua bocca smetteva con il movimento di va e vieni. Era, per me abituato al comando, una sensazione frustrante, ma allo stesso tempo meravigliosa, una cosa mai provata prima di allora che stava quasi portandomi alla pazzia. Gli chiesi dopo un pò di quel trattamento di farmi venire, la sua risposta mi gelò, “sarò io a decidere quando verrai”. Feci si con la testa con la consapevolezza che il rapporto aveva raggiunto una nuova dimensione: io pagavo ma sarebbe stata lei a comandare.
Nei successivi venticinque minuti impazzii per la voglia di godere, alla fine Sophie si decise, continuò nonostante le vibrazioni di tutto il mio corpo con il suo pompino, non allontanò la bocca neppure durante l’orgasmo, bevendo tutto lo sperma che nel frattempo il mio corpo eccitato aveva prodotto. Si alzò da in mezzo alle mie gambe con naturalezza e mi depositò un bacio sulla bocca, incuneando la sua lingua dentro di me, avvertii il sapore del mio succo e a dispetto di quanto pensavo ne fui eccitato. Dopo quel primo orgasmo ne seguirono altri durante il week end. La mia escort di lusso ci sapeva proprio fare, mise in pratica tutti trucchetti che aveva imparato tra le lenzuola, e non esitò ad usare e farmi usare alcuni sexy toys che aveva portato con sé.
Riuscì nella mattinata della domenica persino ad abusare del mio buchetto posteriore, lo fece dopo aver usato delle manette in peluche che come per incanto erano apparse nelle sue mani. Non chiese il permesso di usarle su di me, mi guardò solamente dritto negli occhi lasciandole dondolare tra le mani, fui io come estasiato a fare un cenno con la testa e porgere le mani, in quelle poche ore mi aveva ammaliato e non volevo deluderla. Una volta immobilizzato alla tastiera del letto si avvicinò al mio orecchio e mi domando se volevo incularla, aveva un culetto da urlo che aveva attirato da subito la mia attenzione, e la mia risposta fu un si convinto. Lei non si scompose si girò e mi permise di ammirare il suo lato B, nel frattempo armeggiava nel cassetto prendendo un oggetto. Era uno strap on, me lo mise dinanzi agli occhi e mi domandò ” se vuoi il mio culo mi darai prima il tuo, lo vuoi ancora?” Questa volta la risposta fu meno convinta, ma sempre affermativa.
Non credevo l’avrebbe fatto e invece mi sodomizzò con quel pene indossabile, che prima però mi costrinse a lubrificare con la lingua. Fu una sensazione strana, sentivo i muscoli del retto cedere, e il mio corpo allargarsi per ospitare un giocattolo erotico che avevo visto fino allora solo sulle riviste patinate. Quasi venni mentre lei mi cavalcava, forse era l’eccitazione mentale o l’umiliazione di stare a pecora, ammanettato al letto e inculato da un puttanella di alto bordo, so solo che fu un’esperienza bellissima. Abusò di me per una decina di minuti, e alla fine mi diede la mia “ricompensa”, la inculai con tutto me stesso e quando venni le mie urla sottolinearono il mio piacere.
Furono 36 ore intense ma semplicemente fantastiche, meno di due giorni in cui io giovane dirigente d’azienda con centinaia di migliaia di euro in banca, godetti come un ossesso grazie ad una escort di lusso, una donna che forse mi rese più povero di qualche migliaia di euro, ma che mi fece conoscere il vero sesso, un sesso di cui non avrei più potuto fare a meno.
Ci salutammo il lunedì in aeroporto, da allora sono diventato il suo più affezionato “cliente” , per me ormai Sophie non è più una puttana di alto bordo, ma un amica con la quale passare sempre più spesso calde, vogliose, intriganti serate di sesso sfrenato.