“La maschera è uno strumento per essere liberi”
Amanti della trasgressione e della buona musica, con l’inizio della stagione autunnale ripartono anche le serate alternative dove poter andar a sfogare le proprie fantasie.
La caratteristica località di Manerba del Garda, in provincia di Brescia, ospita, all’interno delle mura del noto locale “Gotha Club Privè”, la serata bdsm COVEN, dedicata a tutti gli amanti del sesso, di quello non convenzionale in particolare.
Abbiamo rivolto qualche domanda al collettivo che organizza l’evento, per farci spiegare nei dettagli di cosa si tratta.
Ciao a tutti. Innanzitutto, da dove nasce l’idea di organizzare la serata?
Nasce dallo spirito di aggregazione di più persone, alcune attive da tempo nel mondo del bdsm, altre in quello dei club privè, altre ancora nelle associazioni lgbt. Abbiamo sempre visto la realtà italiana come frammentata e settoriale. Il tentativo è di riunire varie declinazioni ed espressioni della sessualità non convenzionale.
Lo sguardo è sempre alla Germania e al suo locale simbolo fetish “KiKat”, che si trova a Berlino, cercando di mediare con quanto possibile nella nostra penisola.
Quali sono le sue caratteristiche principali?
La commistione dei generi e la non eterodossia (una serie di opinioni, ideologie, scelte di vita o credenze non in linea con quelle dominanti o maggiormente diffuse n.d.r.).
In Italia abbiamo discoteche gay con spazi adibiti a “dark room” (stanza buia), mentre la versione etero sono club privè con regole di comportamento assolutamente propri e molto differenti dalle prime. I party fetish del mondo omosessuale e quello etero sono piuttosto distanti se non con sporadiche sovrapposizioni. Questa settorialità è frutto degli anni 80 e della necessità di creare recinti entro cui essere liberi, luoghi di protezione. La nuova generazione è invece fluida e trasversale e crediamo fortemente che possa nascere uno spazio d’incontro tra tutto ciò, favorendo il rispetto reciproco.
A che tipo di pubblico si rivolge?
La clientela è selezionata in base a uno stretto genere di abbigliamento. Abito deriva da habere, ed è da sempre un segno di appartenenza. Attraverso gli abiti si celebra un momento e si distingue l’ordinario dallo straordinario. Esistono abiti da lavoro, abiti da cerimonia, abiti da matrimonio.
Il codice di abbigliamento è lo strumento grazie a cui ci si spoglia dell’identità quotidiana e si crea un personaggio che non è altri che un mezzo per esplorare se stessi e i propri desideri. La maschera è uno strumento per essere liberi.
E’ una serata con una sede fissa o è itinerante?
Abbiamo avuto varie sedi, in ciascuna abbiamo adattato il “format” della serata. Attualmente siamo ospiti del Gotha Club Privè di Manerba del Garda. La struttura offre spazi con corretti equilibri per svolgere in sicurezza le pratiche che si esercitano nel dungeon (ovvero nell’area attrezzata per le pratiche bdsm) ed è ottimamente attrezzata per quella parte di pubblico che cerca altro.
Ciascuna serata è un evento a sé stante, completamente aperiodico e caratterizzato da un tema specifico. In questo momento stiamo valutando altre ibridazioni e collaborazioni, non è detto che in futuro non ci si sposti in altre aree dell’Italia o in Europa.
In che cosa si differenzia COVEN rispetto alle altre serate sul genere?
Crediamo fermamente che ciascuna serata sia influenzata dal carattere di chi la organizza. Molto del nostro pubblico è digiuno da eventi simili, quindi ha noi come primo impatto con un mondo fatto da varie libertà. Alcuni li abbiamo indirizzati noi stessi verso serate organizzate da amici pur sapendo che nessuna è fotocopia dell’altra. Abbiamo ricevuto diversi complimenti nel tempo: tra i più cari ricordo un ragazzo che a fine serata ci ha ringraziato perché “qui ho potuto usare i miei tacchi e non mi sono sentito giudicato”. Probabilmente più di altre serata il nostro pubblico è privo di pregiudizi.
Come risponde il pubblico italiano riguardo al mondo bdsm?
L’espansione del movimento bdsm in questo periodo è indubbio, da noi molte mistress hanno trovato un nuovo palco e diversi schiavi hanno avuto modo di conoscere l’ambiente.
Ma per quanto riguarda Coven non si può parlare solo di bdsm ma di tutta una serie di attività legate ai vari tipi di eros. La nuova generazione ha la possibilità di esplorare in poco tempo ciò che era più inaccessibile tempo fa: probabilmente da un lato c’è una maggiore consapevolezza, dall’altra una necessità di capire in che modo orientarsi trovando la propria direzione.
Quali obiettivi vi proponete di raggiungere da qui a qualche anno?
Stiamo stringendo alcune collaborazioni che potrebbero modificare ulteriormente la serata. Sul tavolo abbiamo un paio di altre serate che potrebbero derivare da questa mantenendo i tratti essenziali dello spirito. Siamo aperti a chiunque voglia portare energie e creatività nel progetto. Coven nasce e rimane un progetto collettivo formato da vari artisti e persone che a qualsiasi titolo ci mettono del proprio.
Chi sognate come cliente numero uno?
Il ragazzo dei tacchi è stato il prototipo del cliente che vorremmo. Chiunque inizi il suo percorso da noi è il cliente numero uno. Quello che maggiormente ci interessa è chi giunge intimorito alla nostra porta e il giorno dopo scrive su facebook domandando quando sarà la prossima serata.
Vi va di raccontarci la vostra prima volta in un locale notturno, qualche aneddoto particolare?
(Mattia) I locali negli anni 90 erano molto differenti: lo spettacolo era con la S maiuscola e le serate muovevano quantità di persone che ora ci sognamo. Cerchiamo di coltivare lo stesso spirito onirico nonostante l’era dei locali sia passata. Ricordo un senso del proibito e contemporaneamente la sensazione di autodeterminazione data dal fatto che io decidessi di essere li.
Per concludere, un vostro pensiero libero, su ciò che non vi è stato chiesto ma avreste voluto dire.
Dobbiamo ringraziare molte persone, alcune delle quali ora non fanno parte del progetto. Anche quelle che non ne fanno ancora parte per le novità che porteranno.
Altre le ringraziamo per essersene andate perchè ciò ha smosso le acque creando nuove possibilità. Tante le dobbiamo ringraziare per il continuo supporto: il personale del Dungeon coordinato da Master Veeshan e coadiuvato da Master Giacon e Mistress Godiva, il personale alla selezione sia dell’ingresso che della “dark” perchè sono il primo filtro a garantire la serata e ad educare la clientela. I proprietari del Gotha inoltre si sono dimostrati eccezionali prima ancora a livello umano oltre che logistico. Solo grazie alla sinergia di queste forze Coven è la realtà in continua evoluzione, stupendamente imperfetta e spuria che è.