Alla scoperta degli FKK
Voglio raccontare una esperienza vissuta l’ultima estate quando, dopo un intenso periodo di lavoro, ho deciso di prendermi qualche giorno di vacanza.
Mi chiamo Oriana e sono una trans venezuelana venuta a vivere in Italia, convinta da una mia amica che aveva seguito il suo uomo da Caracas a Milano, dove da un paio di anni conviveva.
Betty – questo il suo nome – non ci ha messo niente a convincermi attraverso quelle chat che ci hanno permesso di continuare a mantenere i rapporti nonostante la lontananza. Amavo già il vostro Paese per via delle sue bellezze ma, soprattutto, dello stile di vita che arriva al di fuori dei suoi confini in modo a volte esagerato.
‘Ma cosa vengo a fare in Italia? Come vivo?’ A questi due interrogativi la mia amica Betty rispose che in Italia avrei potuto fare quello che già facevo a Caracas: andare con gli uomini.
Mi spiegò che a Milano, tutti le trans non avevano alcun problema economico tanto erano ricercati per accompagnare manager, politici, ma anche persone normali e che, addirittura molti avevano acquistato appartamenti per tutelare il loro futuro una volta smessa la professione.
Arrivando in Italia, il doganiere rimase perplesso vedendo una bella ragazza dal color ambra dai capelli lunghi neri e con due poderose tette che lasciavano intuire duri capezzoli, che presentava un passaporto intestato a Marcelo Dominguez Favriola. Dopo aver perduto due ore nell’ufficio di un commissario di polizia, uscivo dall’aeroporto per entrare nella mia nuova vita milanese.
Da quel giorno in avanti, sono riuscita a sistemarmi con l’aiuto di Betty prima che lei tornasse in Venezuela lasciandomi da sola alle prese di una città che avevo imparato ad amare.
Non ebbi problema nel relazionarmi con signori gentili, contrariamente a quello che avevo vissuto nel povero barrio dov’ero nata, che amavano mostrare il loro lato segreto che poi si traduceva nel fare sesso con un uomo con sembianze di donna.
Madre natura era stata generosa con me regalandomi un giocattolo davvero imponente che risultava essere occasione per gli uomini di provare l’ebbrezza di sentirselo dentro e godere mentre vivevano l’esperienza di essere stantuffati da qualcosa che riusciva a trasformare il dolore fisico in un sublime piacere.
Confesso che a me piace il sesso in qualsiasi maniera venga consumato e posso essere una donna passiva pronta ad accontentare ogni singolo desiderio di un maschio dominante, così come essere il proprietario di una dura, durissima verga pronta a penetrare ma anche ad essere succhiata con goloso piacere.
Devo dire che dopo l’operazione al seno, le mie già femminili sembianze si erano ancor più evidenziate e camminando per le strade di Milano, poche persone riuscivano ad intuire il fatto che fossi una trans anche per via di una voce che dopo varie cure ormonali aveva assunto una delicata e sensuale tonalità.
La mia vita intima non vedeva coinvolgimenti di nessun tipo: sentimentalmente non avevo legami e mi stava bene così, solamente appagando le mie voglie fisiche attraverso le relazioni che avevo ogni giorno.
Era più di un anno che lavoravo sempre senza prendermi alcuna pausa e decisi di andare nella vicina Croazia scegliendo una località dov’era ubicata una spiaggia FKK sull’isola di Krk, quella di Stara Baska. Mi ero informata del fatto che si trattava di una spiaggia per nudisti dove le coppie scambiste e gente dalla mentalità più che aperta, l’avevano eletta come una meta ideale per vivere la natura ma anche abbandonarsi a giochi di ogni tipo per soddisfare le loro voglie di sesso.
Quando raggiunsi il posto e andai a vedere la spiaggia che avevo scelto, non mi fece alcun effetto quello di vedere una varia umanità composta da adulti nudi che stavano godendosi quell’incantevole mare e quel sole sotto il quale abbronzavano i loro corpi. Senza alcuna esitazione, tolsi il colorato pareo che mi lasciò in costume e, dopo aver sistemato le mie cose in un angolo libero e steso il telo di spugna sul quale mi sarei sdraiata, mi sfilai anche quello lasciandomi totalmente nuda.

Se una bella donna in una spiaggia FKK può anche non fare effetto, una bella donna con un enorme ‘coso’ in mezzo alle gambe, vi assicuro che l’effetto lo fa. Inutile sottolineare il fatto che immediatamente calamitai l’attenzione generale: le donne erano attratte da quel giocattolo che avrebbero ben visto tra le loro mani e gli uomini anche.
Tutto ad un tratto era divenuta quella una spiaggia trans neppure fosse quella di Rio de Janeiro ma dove ero solo io l’unica attrazione sessuale di quel momento. La cosa mi divertiva a tal punto che cominciai a provocare apertamente chi continuava a guardarmi, assumendo pose e movenze apertamente sensuali.
‘Prima o poi, qualcuno ci cadrà’ pensai tra me e me prima di stendermi pigramente sul telo, infilare le cuffiette dello smartphone per ascoltare la mia playlist preferita e rilassarmi al sole.
Fu nella stessa serata, mentre stavo sorseggiando un drink seduta in un grazioso dehors, che fui avvicinata da un giovane uomo che si rivolse a me in lingua spagnola facendomi i complimenti per il mio fisico. Si sedette senza essere invitato, come se avesse già intuito che mi interessava per via della sua maschia bellezza e la sfrontatezza che aveva tirato fuori ma senza esagerare. Disse di trovarsi a Krk insieme a sua moglie perché volevano entrambi vivere una storia di sesso ma quel tipo di sesso che non avevano mai fatto. Continuò dicendo che sia la moglie che lui stesso, erano rimasti affascinati dalla mia esibizione di quella mattina che aveva generato in loro uno stimolo particolarmente intrigante che aveva smosso oltre che alla curiosità anche un acuto desiderio di sesso. In modo chiaro e aperto mi chiese se volevo accettare di fare sesso insieme a loro per ‘battezzare’ quella che sarebbe stata la prima esperienza di questo tipo. Aggiunse che lui non era interessato a relazionarsi con me ma di eccitarsi vedendo la moglie fare sesso ma non con un ‘uomo’ normale bensì con una trans come me. Fu allora che mi venne in mente una idea particolarmente eccitante che avrebbe sicuramente inaugurato un nuovo corso della vita sessuale di quella giovane coppia. ‘Accetto solo se anche io posso portare una persona per fare una vera orgia in quattro’ risposi con calibrata malizia che non nascondeva alcuna incertezza ne possibilità di considerare possibile nessuna trattativa.
L’uomo, chiuse gli occhi per un attimo forse visualizzando una scena di quello che avrebbe vissuto la moglie, e poi accettò lasciandomi il suo numero di cellulare al quale lo avrei trovato per definire l’appuntamento.
Dovevo rimorchiare un uomo per rendere valido quell’invito e dovevo trovarlo quella sera stessa. La suerte mi fu amica quando conobbi in una discoteca all’aperto, un ragazzo romano che praticava il body building con ottimi risultati. Ero rimasta attratta dal suo fisico scultoreo che ricordava molto quello delle statue classiche greche e stavo già pregustando di farmelo con tutta la mia inesauribile voglia. Fu facile catturare la mia preda e portarlo dentro l’appartamento che avevo affittato per vivere il mio soggiorno in modo autonomo. Mi resi conto che Claudio, il personal training che viveva nella Capitale, non era nuovo ad esperienze trans che mi raccontò la mattina successiva dopo una notte di ardente passione che aveva visto un mutuo scambio di ruoli e di amplessi.
Al nostro risveglio gli dissi della proposta che mi era stata fatta e la mia necessità di trovare un partner con il quale condividere quella nuova esperienza di orgia a quattro. Acconsentì con un sorriso sornione che lasciava intravedere tutta la sua malizia nel partecipare a quella avventura.
Quella che amavo definire la spiaggia trans, fu la base dell’appuntamento che ci avrebbe portato tutti in quella dimensione border line che a tutti interessava raggiungere.
Al mio arrivo, trovai già la coppia in attesa. Lei, una donna sulla trentina dal fisico grazioso avvolto in un pratico vestito leggero di Positano che lasciavano intravedere dei bei capezzoli scuri, come scura era la sua pelle abbronzata che appariva ancora più scura per via del contrasto che i biondissimi capelli riuscivano a creare. Non era una presenza diafana ma si notava un qualcosa che stonava in quel contesto, forse legato al timore di non essere all’altezza o qualcos’altro.
Lo sguardo di suo marito non aveva mai abbandonato le mie tette che erano offerte in bella mostra grazie ad una leggera camiciola generosamente abbandonata.
Quando ci raggiunse anche il personal trainer, il marito ebbe come un momento di stupore non avendo immaginato il fatto che si sarebbe trovato coinvolto con un maschio alto, grosso e muscoloso.
Decidemmo di inaugurare quella serata con un drink o forse due, che avrebbero allentato la tensione che regnava all’interno di quella coppia che fu la promotrice di quell’evento.
Saltando qualsiasi tipo di aspetto formale e dopo esserci brevemente conosciuti fu deciso di andare tutti a casa mia per essere liberi di fare ogni cosa ci fosse passato per la testa. Una volta accomodati sul divano il clima si trasformò in rovente allorquando il personal trainer senza indugio, tirò fuori la sua verga già dura avvicinandola alle labbra della signora che, con fare voluttuoso, la fece scomparire dentro la sua bocca. Il marito si liberò dei pochi vestiti e cominciò a masturbarsi vedendo la moglie penetrata in quella maniera poco ortodossa e ci misi un attimo ad offrire il mio culetto sodo affiché anche lui potesse godere di quel suo stato di eccitazione.
Le ore passarono rapide e i giochini si alternarono tra loro vedendo doppie e triple penetrazioni che portarono la biondissima signora ad urlare per il piacere, darsi il cambio con il marito che stava apprendendo l’arte del succhiare l’uccello (esperienza che non aveva mai vissuto ma che indubbiamente gli piaceva da matti) e di sentire cosa si prova nel venire deflorati dietro.
La mattina successiva, quattro corpi ormai esausti che si erano lasciati andare ad ogni tipo di lussurioso piacere pur di godere, si abbandonarono al piacere del sonno.
Continuai ad incontrare il mio amico muscoloso mentre la vivace coppietta sparì nel nulla dell’estate lasciandomi pensare che forse si era trattato per loro di una vera e propria vacanza anche dal conformismo che ha visto la realizzazione di tutti i loro sogni proibiti, almeno per una volta.
Quella fu la prima volta che mi recai in una spiaggia trans ma l’esperienza vissuta fu così intensa che anche adesso quando voglio andare al mare, cerco una spiaggia FKK dove potermi divertire…