La diversità è un valore, ma ancora accadono episodi deprecabili, frutto di pregiudizi e ignoranza. Ad Andrea Martinelli è successo di vedersi negata la casa perchè trans: questo è l’ennesimo caso di discriminazione in base all’orientamento sessuale accaduto in Italia, ma stavolta con una lieto fine.
Ma vediamo meglio i fatti: a Trento, circa un anno fa, ad Andrea Martinelli, titolare di una start-up, è stato negato un appartamento in una nuova residenza della città a causa delle sue sembianze femminili, per altro evidenti e dichiarate nella sua carta d’identità, perfettamente in regola, consegnata all’agenzia immobiliare e dopo aver pagato la caparra e firmato il preliminare.
Naturalmente, la transgender ha dato battaglia e ha fatto finire la vicenda in Tribunale, ed oggi, ha ottenuto 10.000 euro di risarcimento: un giusto riconoscimento dei propri diritti. Inoltre, gli atti sarebbero passati alla Procura per falsa testimonianza da parte di due testimoni della difesa. L’interessata ha così spiegato: “noi persone transgender siamo notoriamente discriminate sul lavoro e quando dobbiamo cercare un’abitazione, soprattutto in Paesi come l’Italia. Il pregiudizio è forte, ma è intollerabile che anche le società commerciali lo facciano proprio. Spero che questa condanna sia un segnale e possa incoraggiare altre persone in situazioni simili a fare sentire la loro voce“.
L’avvocato trentino Alexander Schuster, che ha difeso la trans, si è invece così espresso: “il Giudice ha accertato una discriminazione vietata dalla normativa in materia di divieto di discriminare nell’accesso a beni e servizi (la locazione) per motivi di sesso e genere”. A questa conclusione si è giunti ricostruendo con dovizia la nozione d’identità di genere nell’ordinamento e attualizzando la giurisprudenza di Lussemburgo alla luce della Costituzione repubblicana: “sono tutelate non solo le persone che hanno realizzato un’operazione chirurgica, ma tutte le persone transgender, a prescindere dall’intenzione di subire operazioni o meno”. E ha concluso: “è una sentenza storica, la prima in assoluto che riguarda la discriminazione verso le persone transgender e una delle rarissime in materia di bene e servizi per motivi di genere. Spero che dia speranza alle migliaia di persone discriminate, che in decenni non hanno mai trovato il coraggio di reagire“. Giustizia è stata fatta e auspichiamo che episodi simili non si debbano più ripetere.
- 10 Settembre 2018