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Anche le trans israeliane ripudiano il sionismo e scelgono la libertà

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Israele in questo periodo sotto i riflettori per il conflitto scatenato a Gaza pesantemente bombardata dopo l’attentato attribuito ad Hamas non è amata nemmeno dalle transessuali del suo paese per le quali la libertà e il rispetto dei diritti sono fondamentali. Ita Segev, artista, scrittrice e transessuale,  israeliana antisionista che abita a Brooklyn e sta lavorando alla creazione di una serata intitolata Knot in My Name (È difficile la transizione quando stai fuggendo da qualcosa) e orgoglioso membro del consiglio degli artisti di Jewish Voice for Peace, ha pubblicato un appello al boicottaggio dello stato di Israele sul portale americano LGBTQ+ them.us, con riferimento agli ormoni per il cambio di sesso il cui mercato sembra monopolizzato da una multinazionale con sede a Tel Aviv, la Teva Pharmaceutical Industries: Israel Makes the Hormones I Need, But I Support Palestinian Liberation.

“Sono una donna transessuale israeliana che desidera disperatamente che la Palestina sia libera. Avevo già maturato la mia identità israeliana antisionista. Dopo essermi trasferit* a New York, sono stato entusiasta di scoprire come il movimento per il BDS mi ha permesso di lavorare in modo non violento e tangibile sotto la leadership palestinese per porre fine all’occupazione israeliana della Palestina.  La liberazione trans e la liberazione palestinese sono collegate. Circa dieci mesi fa, mi sono resa conto di voler iniziare la terapia ormonale sostitutiva e la mia transizione tramite farmaci. Ci sono state molte ragioni per questa decisione, ma una di esse è stata la consapevolezza che crescere come israeliana e trans a Gerusalemme, mentre mi si chiedeva di diventare un maschio sionista, ha lasciato un segno nel mio corpo. Avevo bisogno di aiuto per guarire e ho intuito che sviluppare un corpo più morbido e delicato mi avrebbe aiutato a connettermi con la mia bambina interiore amante della giustizia”.

A New York ha deciso di iniziare la terapia ormonale per la transizione da maschio a femmina e il farmacista le ha consegnato i medicinali prodotti da Teva Pharmaceuticals, un’azienda farmaceutica di proprietà israeliana coinvolta a livello economico nell’occupazione. Non erano disponibili altri farmaci. Ha contattato numerose amiche trans che stavano prendendo la terapia ormonale chiedendo loro chi producesse i medicinali e nessuna di loro si era posta la domanda, quei farmaci sono vitali per la transizione. Ma su sua richiesta tutte hanno scoperto che a produrre il medicinale era sempre Teva Pharmaceutical e aziende legate alla società madre, dimostrando un totale predominio nel mercato degli ormoni per il cambio di genere. Nasce quindi spontanea la domanda di come sia possibile che Teva Pharmaceutical occupi un ruolo schiacciante nella produzione e nel mercato degli ormoni per il cambiamento di genere.  Certo si potrebbe obiettare che è una questione ideologica, ma se uno stato. Ita Segev conclude: ““Gran parte della comunità trans negli Stati Uniti è costretta a scegliere tra le transizioni che affermano la vita e la richiesta di libertà dei nostri fratelli palestinesi. Spero che tutte le persone trans, GNC [Gender nonconformity] e queer che leggono il mio appello ci aiuteranno a far passare il messaggio forte e chiaro: il sionismo ha cercato di legare la liberazione trans all’oppressione palestinese, ma noi rifiutiamo questa realtà».

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